Periferia di Napoli, "dove la Resurrezione è possibile"
Don Maurizio Patriciello, parroco di S. Paolo Apostolo a Caivano (Napoli) Non sono un
prete di frontiera, ma un prete e basta. Un prete che vuole bene a Gesù, alla Chiesa,
al Papa e alla gente. E che prima di ogni cosa deve predicare Gesù, morto e risorto.
Ma devo dire che tra la gente della mia parrocchia ce n'è tanta che vive la stessa
passione di Cristo ed è capace davvero di quell'accoglienza di cui parliamo noi preti.
E' così consolante pensare che Gesù sia nato in una periferia come la nostra, luoghi
di disastri ambientali, dove arrivano i poveri, gli immigrati, i Rom. E proprio qui
che ci può essere la Resurrezione. Di fronte alle bare di quei giovani
uccisi da un overdose o da uno scontro a fuoco, rifletto che se avessi avuto la possibilità
di dare un lavoro solo a uno di loro, l'avrei salvato dalla povertà, dalla camorra
e quindi dalla morte.Ed è una tristezza immensa. Sono parroco in uno di
quei quartieri nati dopo il terremoto del 1980 che raccolgono i poveri della vecchia
Napoli. Sulla gente di questi quartieri a rischio la crisi si riversa come una mannaia
e i fedeli mi portano le bollette che non riescono a pagare. C'è gente che non riesce
nemmeno a mettere un piatto a tavola la sera.