Liberazione dei 10 ostaggi in Colombia: per Santos gesto importante ma insufficiente
Colombia. La liberazione dei 10 ostaggi da parte delle Farc, Forze armate rivoluzionarie
della Colombia, è un gesto importante ma insufficiente per avviare il dialogo di pace.
Lo afferma il presidente colombiano Juan Manuel Santos all’indomani del rilascio degli
ultimi 4 soldati e 6 poliziotti che erano stati fatti prigionieri tra il 1998 e il
1999 dalla guerriglia marxista. Soddisfazionè stata espressa dai vescovi della Colombia.
Il servizio di Debora Donnini:
Per il
presidente colombiano Santos la liberazione dei 10 ostaggi e l’impegno delle Farc
a non fare più sequestri a scopo di estorsione, è un passo importante, nella giusta
direzione ma insufficiente perché resta la questione dei “prigionieri civili”. Sebbene
la guerriglia neghi di avere altre persone imprigionate, i gruppi che lottano per
la liberazione dei sequestrati ritengono che fra le 150 e le 400 persone siano ancora
nelle loro mani. I 4 soldati e 6 poliziotti che sono stati liberati ieri in una zona
meridionale della Colombia hanno vissuto dai 12 ai 14 anni nelle mani della guerriglia,
in mezzo alla giungla, e ora sono già fra le braccia dei loro familiari che li hanno
incontrati nella città di Villavicencio. Determinante è stata la mediazione della
Croce rossa internazionale e dal collettivo dei “Colombiani per la pace”. “I Vescovi
della Colombia condividono la gioia che accomuna quanti sono stati liberati, le loro
famiglie ed i loro amici, e tutti i colombiani, perché non perdano la speranza del
ritorno alla libertà di tutti gli ostaggi” ha detto in un comunicato il presidente
della Conferenza Episcopale e arcivescovo di Bogotà, mons. Ruben Salazar Gomez.