Benin: Forum sul fenomeno dei bambini definiti "stregoni"
Il 31 marzo si è concluso a Parakou, in Bénin, il primo Forum nazionale sul tema “les
enfants dits sorciers”, cioè sui bambini che, per qualche handicap di nascita, sono
ritenuti capaci di nuocere sia alla famiglia che al villaggio in cui sono nati, e
per questo inesorabilmente e immediatamente soppressi. Il Forum, durato tre giorni,
è stato organizzato dagli Ordini Francescani presenti nel Paese, in collaborazione
con dieci Congregazioni che si ispirano allo spirito francescano, da anni impegnati
non solo a sensibilizzare il Paese su un problema così grave, ma anche a correre da
una capanna all’altra per salvare quanti più innocenti possibile. Al Forum hanno
partecipato alte personalità dello Stato, come il prof. Albert Tevoedjre, mediatore
della Repubblica, cioè la seconda autorità del governo; Madame Gisèle Zinkpé, delegata
dal Ministro della Giustizia; Lafia Boko, sindaco di Péréré; il vice sindaco di Parakou;
due rappresentanti dell’ambasciatore della Francia; Koto Yarou, re di Péréré; il
capo delle terre di Parakou (figura di alto rilievo nella società beninese); i vescovi
di N’Dalì e Parakou; Père Bio Sanou, il sacerdote che 40 anni fa ha fatto conoscere
per primo l’esistenza di questa macabra tradizione; il frate cappuccino Frère Auguste
Agounkpé e Soeur Madeleine, dell’Istituto delle Figlie di Padre Pio, che tre anni
fa hanno denunciato il fatto all’Onu, e oltre un centinaio di persone interessate
al problema. Unanime la condanna della tradizione presente nel Nord del Paese, e inattesa
la proposta del prof. Tevoedjre di indire un Forum a nome del governo perché tutta
la nazione sia mobilitata per rimuovere un fatto che disonora il Paese. Egli ha poi
chiesto di parlare privatamente con il re e i sindaci, con i quali ha studiato un
piano per un intervento immediato. “Non sarà facile - è stato detto - cancellare una
tradizione che ha secoli alle spalle, ma il fatto di parlarne faciliterà il lavoro
di quanti hanno a cuore la sorte di tanti neonati esposti a una morte brutale per
“colpe” di cui non sono minimamente responsabili e che per questo vanno assolutamente
difesi ”. (A cura di Padre Egidio Picucci)