2012-04-01 10:42:08

Il “Cortile dei bambini” a Palermo: la formazione per sconfiggere la mafia


La tappa siciliana del “Cortile de Gentili”, svoltasi nei giorni scorsi a Palermo per iniziativa del Pontificio Consiglio della Cultura, ha rappresentato un momento di grande importanza nella lotta alla mafia. Uno degli eventi particolarmente significativi in tal senso è stato il “Cortile dei bambini”, che ha avuto come centro la Libreria delle Paoline di fronte alla Cattedrale di Palermo. Qui sono stati esposti i disegni di centinaia di bambini sul tema “Disegna la tua isola”. Su questa iniziativa, il nostro inviato a Palermo, Fabio Colagrande, ha intervistato suor Fernanda Di Monte, religiosa paolina e giornalista, tra gli organizzatori del “Cortile dei bambini”:RealAudioMP3

R. - Abbiamo dedicato buona parte della libreria, all’esposizione dei molti disegni sul tema “Disegna la tua isola”, che i bambini ci hanno fatto arrivare da tutta l’isola. Quindi li abbiamo proprio esposti come se fossero dei panni, con delle mollettine. Noi da un po’ di anni, qui a Palermo, attraverso la settimana della comunicazione cerchiamo di fare un lavoro di prevenzione. Il tema della legalità è un tema che affrontiamo continuamente durante l’anno. Non sono temi legati semplicemente al Cortile, ma è proprio la pastorale che cerchiamo di portare avanti.

D. - Proprio in questo periodo sta tenendo un corso dedicato alla legalità destinato ai più giovani: vuole parlarcene?

R. - Sono duecento ragazzi delle medie e del liceo e il tema è “la mafia, narrata, vissuta e superata”. Qualcuno sorride quando diciamo “superata”, ma per noi è superata tutte le volte che vediamo che questi ragazzi in effetti stanno facendo un cammino e questo cammino è multimediale, nel senso che non partiamo solo dalla parola; abbiamo programmato prima sempre la visione di un film legato alla tematica mafia, poi abbiamo realizzato degli incontri con alcuni testimoni importanti anche a livello di attività, di lavoro, di impegno, come i magistrati. Poi ci siamo soffermati su Placido Rizzotto, venuto recentemente alla ribalta, dopo il ritrovamento dei suoi resti, e che -come ben sappiamo- finalmente avrà una tomba. Placido Rizzotto, viene riconosciuto anche dallo Stato attraverso la celebrazione dei funerali di Stato, in quanto è stato un testimone che ha pagato proprio per una testimonianza di legalità.

D. - Come reagiscono i giovani, i ragazzi palermitani, che vivono in un ambiente che spesso è molto impregnato di cultura mafiosa?

R. - Reagiscono intanto ponendo degli interrogativi. Ad esempio, in uno degli ultimi incontri un ragazzo di 15 o 16 anni mi ha voluto parlare in disparte, dicendomi: “Io vivo in un ambiente mafioso, e sono l’unico che studia”. Certamente, io mi sono emozionata, perché non tutti i giorni incontri qualcuno che ti dice questo. L’ho incoraggiato a continuare gli studi con impegno, in maniera che, un domani non tanto lontano, sia lui a seminare legalità nel proprio ambiente. Convincere che la strada maestra è quella della formazione, dello studio e del tentare qualcosa di nuovo. (bi)







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