2012-03-31 10:04:02

Polonia: appello dei vescovi alla tutela della dignità umana nel sociale


Un invito a proteggere la dignità ed i diritti di ogni essere umano in tutte le dimensioni della vita sociale: a lanciarlo è la Conferenza episcopale polacca (Cep) in un lungo documento, redatto dalla Commissione per gli affari sociali, che è stato diffuso al termine della plenaria dei vescovi. In esso, si ribadisce innanzitutto che la promozione integrale della persona umana assume un ruolo importante nella costruzione dell’ordine sociale: “La Polonia si trova ora ad un punto di svolta nello sviluppo – scrivono i vescovi – e nonostante i molti successi ottenuti, esiste la minaccia di una grave crisi, ovvero la crisi dei valori”. Senza il riferimento ad essi, prosegue la Chiesa polacca, “il progresso può essere temporaneo ed illusorio e, di conseguenza, può anche mettere a rischio l’esistenza stessa della nazione”. Poi, i presuli guardano al problema del calo demografico, ribadendo al contempo la necessità di sostenere la famiglia: centrale, in quest’ambito, il richiamo al fatto che l’eutanasia, l’aborto, l’uso di cellule staminali embrionali e la clonazione sono chiaramente contrari alla dignità umana e non accettabili dal punto di vista morale. Oltretutto, sottolineano i vescovi, il calo demografico comporta un eccessivo invecchiamento della popolazione e, di conseguenza, gravi problemi a livello pensionistico. Per questo, la Cep auspica, al più presto possibile, l’attuazione di una seria politica familiare, anche perché “la famiglia è il centro educativo più importante” dal punto di vista sociale. Quindi, la Chiesa polacca punta il dito contro la globalizzazione intesa come “standardizzazione, perdita di identità religiosa e nazionale” e ricorda alla classe dirigente che “la politica non può essere coltivata con una visione particolaristica del bene, considerato solo in relazione al proprio partito o al proprio gruppo di interesse”. Al contrario, “solo una politica che tenga conto del benessere della comunità e delle generazioni future serve veramente allo sviluppo del Paese”. Deplorando, poi, l’abbassamento del livello del dibattito politico, i presuli polacchi richiamano la necessità della partecipazione democratica dei cittadini alla vita politica, anche se – ribadiscono – “la democrazia deve tener contro dei diritti umani e dei valori fondamentali”. In quest’ottica, va inquadrato il richiamo a porre l’uomo, e non il denaro, al centro del sistema economico, il che implica la responsabilità sociale delle imprese e la tutela dei diritti e della dignità di ciascun lavoratore. Anche perché, sottolineano i vescovi, “oggi bisogna rendersi contro che ogni decisione economica ha anche una conseguenza morale. E lo stesso vale per la politica”. È importante, inoltre, ribadisce la Chiesa polacca, che “tutti i responsabili della politica del lavoro compiano azioni appropriate” per risolvere il problema della disoccupazione, che “non si può spiegare solo con la crisi economica e le leggi di mercato”. Sullo stesso piano, vanno poste anche le questioni dell’emigrazione e del crescente divario tra il reddito delle famiglie urbane e di quelle rurali, con l’auspicio che i vescovi fanno per un piano nazionale di recupero delle zone agricole. Infine, i presuli chiamano in causa i mass media, mettendoli in guardia contro “l’uso spietato delle informazioni” e richiamando la loro responsabilità “nel creare gli standard etici della società e nel formare l’opinione pubblica”. Le ultime righe del documento esprimono la volontà della Cep di cooperare e dialogare con tutti coloro ritengono importante la cura e lo sviluppo integrale della persona umana e della Polonia. (A cura di Isabella Piro)







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