Polonia: appello dei vescovi alla tutela della dignità umana nel sociale
Un invito a proteggere la dignità ed i diritti di ogni essere umano in tutte le dimensioni
della vita sociale: a lanciarlo è la Conferenza episcopale polacca (Cep) in un lungo
documento, redatto dalla Commissione per gli affari sociali, che è stato diffuso al
termine della plenaria dei vescovi. In esso, si ribadisce innanzitutto che la promozione
integrale della persona umana assume un ruolo importante nella costruzione dell’ordine
sociale: “La Polonia si trova ora ad un punto di svolta nello sviluppo – scrivono
i vescovi – e nonostante i molti successi ottenuti, esiste la minaccia di una grave
crisi, ovvero la crisi dei valori”. Senza il riferimento ad essi, prosegue la Chiesa
polacca, “il progresso può essere temporaneo ed illusorio e, di conseguenza, può anche
mettere a rischio l’esistenza stessa della nazione”. Poi, i presuli guardano al problema
del calo demografico, ribadendo al contempo la necessità di sostenere la famiglia:
centrale, in quest’ambito, il richiamo al fatto che l’eutanasia, l’aborto, l’uso di
cellule staminali embrionali e la clonazione sono chiaramente contrari alla dignità
umana e non accettabili dal punto di vista morale. Oltretutto, sottolineano i vescovi,
il calo demografico comporta un eccessivo invecchiamento della popolazione e, di conseguenza,
gravi problemi a livello pensionistico. Per questo, la Cep auspica, al più presto
possibile, l’attuazione di una seria politica familiare, anche perché “la famiglia
è il centro educativo più importante” dal punto di vista sociale. Quindi, la Chiesa
polacca punta il dito contro la globalizzazione intesa come “standardizzazione, perdita
di identità religiosa e nazionale” e ricorda alla classe dirigente che “la politica
non può essere coltivata con una visione particolaristica del bene, considerato solo
in relazione al proprio partito o al proprio gruppo di interesse”. Al contrario, “solo
una politica che tenga conto del benessere della comunità e delle generazioni future
serve veramente allo sviluppo del Paese”. Deplorando, poi, l’abbassamento del livello
del dibattito politico, i presuli polacchi richiamano la necessità della partecipazione
democratica dei cittadini alla vita politica, anche se – ribadiscono – “la democrazia
deve tener contro dei diritti umani e dei valori fondamentali”. In quest’ottica, va
inquadrato il richiamo a porre l’uomo, e non il denaro, al centro del sistema economico,
il che implica la responsabilità sociale delle imprese e la tutela dei diritti e della
dignità di ciascun lavoratore. Anche perché, sottolineano i vescovi, “oggi bisogna
rendersi contro che ogni decisione economica ha anche una conseguenza morale. E lo
stesso vale per la politica”. È importante, inoltre, ribadisce la Chiesa polacca,
che “tutti i responsabili della politica del lavoro compiano azioni appropriate” per
risolvere il problema della disoccupazione, che “non si può spiegare solo con la crisi
economica e le leggi di mercato”. Sullo stesso piano, vanno poste anche le questioni
dell’emigrazione e del crescente divario tra il reddito delle famiglie urbane e di
quelle rurali, con l’auspicio che i vescovi fanno per un piano nazionale di recupero
delle zone agricole. Infine, i presuli chiamano in causa i mass media, mettendoli
in guardia contro “l’uso spietato delle informazioni” e richiamando la loro responsabilità
“nel creare gli standard etici della società e nel formare l’opinione pubblica”. Le
ultime righe del documento esprimono la volontà della Cep di cooperare e dialogare
con tutti coloro ritengono importante la cura e lo sviluppo integrale della persona
umana e della Polonia. (A cura di Isabella Piro)