Nigeria: dialogo e convivenza interreligiosa al centro della visita del cardinale
Tauran
“Il cardinale Tauran ha affermato che si farà ambasciatore, a Roma e dappertutto,
per far conoscere la realtà delle relazioni interreligiose in Nigeria. Questa per
me è una grande gioia” dice all’agenzia Fides mons. John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo
di Abuja, capitale federale della Nigeria, al termine della visita nel Paese africano
del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo
Interreligioso. “Il Cardinale Tauran ha affermato che la sua visita in Nigeria è stata
una bella sorpresa perché la situazione nigeriana è migliore di quella descritta dai
mass-media in Europa. Ha riconosciuto che, malgrado gli attentati di Boko Haram, vi
sono relazioni di amicizia profonde e genuine tra diversi leader religiosi cattolici
e musulmani” sottolinea l’arcivescovo di Abuja. “Occorre sottolineare però che il
cardinale Tauran ha fatto esperienza delle buone relazioni tra noi cattolici e la
leadership musulmana” afferma mons. Onaiyekan. “Dico questo perché non tutti i cristiani
in Nigeria condividono le nostre idee sul dialogo inter-religioso e di rispetto per
la religione islamica. Vi sono infatti alcune denominazioni cristiane che non sono
affatto su questa linea. Dall’altra parte, i gruppi di musulmani con i quali abbiamo
contatti sono quelli che sono ben disposti a vivere in pace con noi. Purtroppo vi
sono fanatici sia nel campo cristiano sia in quello islamico. Ma la grande maggioranza
dei nigeriani, cristiani e musulmani, vuole la pace”. L’arcivescovo ricorda alcune
tappe significative della visita del presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo
Interreligioso. “Il cardinale Tauran ha incontrato il Vice-Presidente, Namadi Samboche,
un musulmano, perché il Capo dello Stato era in Corea del Sud, per il Vertice internazionale
sul nucleare. Il Cardinale ha poi visitato il capo dei musulmani nigeriani, il sultano
di Sokoto, Alhaji Abubakar Saad III, che lo ha ricevuto con grande gioia. Il sultano
e il vescovo di Sokoto, mons. Matthew Hassah Kukah, hanno preparato insieme la visita”
sottolinea mons. Onaiyekan. “Qui ad Abuja, io e il forum inter-religioso locale (Interfaith
Forum on Peace Building) abbiamo accompagnato il cardinale nella moschea nazionale,
dove è stato accolto dalla leadership musulmana” continua l’arcivescovo. Molto commovente
è stata poi la visita alla chiesa di Santa Teresa, a Madalla, il luogo dell’attentato
dello scorso Natale. “Sua Eminenza ha incontrato una donna che ha perso il marito
e i 4 figli nell’esplosione, ed ha visitato i feriti che sono ancora in cura. Abbiamo
poi pregato insieme nel piccolo cimitero, accanto alla chiesa, dove sono sepolte 17
vittime dell’attentato” dice mons. Onaiyekan. A Jos, l’arcivescovo del luogo, mons.
Ignatius Kaigama, ha guidato il cardinale nella visita al Centro, da lui fondato,
per la formazione professionale. Lo scopo del Centro, oltre alla formazione professionale,
è quello di far incontrare i giovani cristiani e quelli musulmani. I suoi studenti
infatti per metà sono cristiani e per metà musulmani. “Mons. Kaigama ha fondato il
Centro partendo da questa constatazione: non basta condannare le violenze. Dato che
chi le commette sono i giovani, occorre creare spazi di dialogo tra i ragazzi di ambedue
le religioni dove possano incontrarsi, in uno spazio di pace e di dialogo. Penso che
questa esperienza vada riproposta e diffusa in tutto il Paese” conclude mons. Onaiyekan.
(R.P.)