2012-03-31 08:37:20

Nigeria: dialogo e convivenza interreligiosa al centro della visita del cardinale Tauran


“Il cardinale Tauran ha affermato che si farà ambasciatore, a Roma e dappertutto, per far conoscere la realtà delle relazioni interreligiose in Nigeria. Questa per me è una grande gioia” dice all’agenzia Fides mons. John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, capitale federale della Nigeria, al termine della visita nel Paese africano del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. “Il Cardinale Tauran ha affermato che la sua visita in Nigeria è stata una bella sorpresa perché la situazione nigeriana è migliore di quella descritta dai mass-media in Europa. Ha riconosciuto che, malgrado gli attentati di Boko Haram, vi sono relazioni di amicizia profonde e genuine tra diversi leader religiosi cattolici e musulmani” sottolinea l’arcivescovo di Abuja. “Occorre sottolineare però che il cardinale Tauran ha fatto esperienza delle buone relazioni tra noi cattolici e la leadership musulmana” afferma mons. Onaiyekan. “Dico questo perché non tutti i cristiani in Nigeria condividono le nostre idee sul dialogo inter-religioso e di rispetto per la religione islamica. Vi sono infatti alcune denominazioni cristiane che non sono affatto su questa linea. Dall’altra parte, i gruppi di musulmani con i quali abbiamo contatti sono quelli che sono ben disposti a vivere in pace con noi. Purtroppo vi sono fanatici sia nel campo cristiano sia in quello islamico. Ma la grande maggioranza dei nigeriani, cristiani e musulmani, vuole la pace”. L’arcivescovo ricorda alcune tappe significative della visita del presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. “Il cardinale Tauran ha incontrato il Vice-Presidente, Namadi Samboche, un musulmano, perché il Capo dello Stato era in Corea del Sud, per il Vertice internazionale sul nucleare. Il Cardinale ha poi visitato il capo dei musulmani nigeriani, il sultano di Sokoto, Alhaji Abubakar Saad III, che lo ha ricevuto con grande gioia. Il sultano e il vescovo di Sokoto, mons. Matthew Hassah Kukah, hanno preparato insieme la visita” sottolinea mons. Onaiyekan. “Qui ad Abuja, io e il forum inter-religioso locale (Interfaith Forum on Peace Building) abbiamo accompagnato il cardinale nella moschea nazionale, dove è stato accolto dalla leadership musulmana” continua l’arcivescovo. Molto commovente è stata poi la visita alla chiesa di Santa Teresa, a Madalla, il luogo dell’attentato dello scorso Natale. “Sua Eminenza ha incontrato una donna che ha perso il marito e i 4 figli nell’esplosione, ed ha visitato i feriti che sono ancora in cura. Abbiamo poi pregato insieme nel piccolo cimitero, accanto alla chiesa, dove sono sepolte 17 vittime dell’attentato” dice mons. Onaiyekan. A Jos, l’arcivescovo del luogo, mons. Ignatius Kaigama, ha guidato il cardinale nella visita al Centro, da lui fondato, per la formazione professionale. Lo scopo del Centro, oltre alla formazione professionale, è quello di far incontrare i giovani cristiani e quelli musulmani. I suoi studenti infatti per metà sono cristiani e per metà musulmani. “Mons. Kaigama ha fondato il Centro partendo da questa constatazione: non basta condannare le violenze. Dato che chi le commette sono i giovani, occorre creare spazi di dialogo tra i ragazzi di ambedue le religioni dove possano incontrarsi, in uno spazio di pace e di dialogo. Penso che questa esperienza vada riproposta e diffusa in tutto il Paese” conclude mons. Onaiyekan. (R.P.)







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