2012-03-31 08:40:21

Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica


In questa Domenica delle Palme, la liturgia ci propone la Passione del Signore secondo il Vangelo di San Marco. Sono le tre del pomeriggio e sulla terra sono calate le tenebre. Gesù muore sulla croce dando un forte grido. Il velo del tempio si squarcia in due, da cima a fondo. E il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, dice:

«Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».

Sulla Domenica della Passione del Signore, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:RealAudioMP3

Attraverso la croce Dio si fa conoscere, e quindi la passione e morte di Gesù sono come una grande teofania, il momento più alto del messaggio di Gesù: da lì si deve cominciare a riconoscere e proclamare chi egli è. Non è semplice vittima che ha subito una ingiustizia. Gesù ha scelto di stare dalla parte della vita con tutte le forze, rompendo tabù e divieti sacri che la soffocavano in nome di Dio, integrando emarginati e rifiutati nella società, portando ad esempio di fede e carità gli ultimi della scala sociale e religiosa. Per questo suo impegno deciso a favore del Regno ha provocato una reazione furibonda da parte del sistema sociale e religioso, che lo ha eliminato. Per Marco, Gesù muore a causa del modo come è vissuto: e questo stile non è stato capito facilmente neanche dai suoi discepoli. Infatti scappano subito di fronte al fallimento del maestro. Eppure proprio in quel momento tutto l’insegnamento e il modo di vivere arrivava a pienezza di verità e autenticità. Solo il centurione sotto la croce lo riconoscerà. Con una espressione di fede piena, che ancora oggi costituisce la vera conclusione del Vangelo di Marco. Buona settimana santa!







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