Elezioni parlamentari in Myanmar, nel segno della democratizzazione
Domani, in Myanmar, la ex Birmania, si vota per eleggere 45 parlamentari. Alle elezioni,
per la prima volta dal 1990, potrà partecipare anche la Lega Nazionale per la Democrazia
(Nld), principale partito di opposizione, guidato dal premio Nobel per la Pace 1991
Aung San Suu Kyi. Sull’importanza di questa decisione, Davide Maggiore ha ascoltato
l’opinione di Beaudee Zawmin, direttore dell’Euro-Burma Office ed esponente
dell’opposizione:
R. – It is a
very significant step because … E’ un passo significativo perché per il processo
di democratizzazione in Birmania, queste elezioni sono molto importanti. Non ci preoccupa
chi sieda in parlamento; siamo preoccupati perché l’opposizione, perché tutti dovrebbero
partecipare alla democratizzazione in Birmania. Quindi, questo è un primo, il più
importante passo perché l’Nld possa partecipare, insieme ad altri gruppi di opposizione:
non si tratta soltanto dell’Nld, ci sono anche altri partiti di minoranze etniche
coinvolti in questo processo. Noi pensiamo che questa sia la strada giusta.
D.
– Quindi, lei pensa che questo sia un primo passo e che altri possano seguire?
R.
– Yes, we are expecting that. … Si, è questo che ci aspettiamo, ed è per noi motivo
di grande attenzione. Questo è l’inizio della democratizzazione in Birmania, perché
ci saranno cambiamenti, nel corso del prossimo anno: gradualmente, lentamente ma nella
direzione giusta. Considerando che abbiamo vissuto sotto un regime militare per 50
anni, certo non ci si può aspettare che cambi tutto insieme.
D. – Sono stati
invitati anche osservatori esterni a scrutinare le elezioni. Lei pensa che questo
possa essere un contributo per il corretto svolgimento delle elezioni?
R. –
Somehow it will help, because the government wants to show the International … In
qualche modo sicuramente sì, perché il governo ci tiene a dimostrare alla comunità
internazionale che è intenzionato ad apportare cambiamenti, vuole far vedere che realmente
intende riformare il sistema birmano: per loro è necessario ottenere questo riconoscimento
della comunità internazionale. Per questo hanno invitato osservatori internazionali
ad essere presenti. Anche se per la gente della Birmania è molto importante essere
parte del processo elettorale, come è anche importante per l’Nld partecipare a queste
elezioni, lei deve però tenere presente che si tratta di 45 seggi, e dal punto di
vista del governo, questi 45 seggi sono veramente una minoranza, una parte veramente
piccola … Il riconoscimento da parte della comunità internazionale è molto più importante
dei 45 seggi. Ecco perché penso che le elezioni si svolgeranno in maniera tranquilla,
senza persecuzioni e senza manipolazione del voto.
D. – Inoltre, anche nel
nuovo parlamento il 25 per cento dei seggi saranno riservati ai militari. Sono ancora
le forze militari a detenere la “quota” maggiore del potere, sia di quello economico
sia di quello politico?
R. – That’s the main concern… Questa è la preoccupazione
maggiore, Aung San Suu Kyi è preoccupata per questo. Perché, se si riserva il 25 per
cento dei seggi per i militari, questo significa che il sistema non è molto democratico.
Tutti i legislatori in parlamento devono essere votati dal popolo, e questo
è quello che Aung San Suu Kyi sta sottolineando. Dobbiamo però anche comprendere che
i militari attualmente sono la maggioranza in parlamento; per questo è necessario
che il processo di democratizzazione segua la direzione giusta. L’Nld deve collaborare
con i gruppi etnici d’opposizione, e tutti insieme devono collaborare con i militari.
Un cambiamento nella Costituzione è importante per l’opposizione, per avviare un sistema
più democratico in Birmania. Sarà un processo lungo e la gente dovrà impegnarsi molto
per questo.
D. – Qualora ci fosse un esito equo e pacifico delle elezioni,
gli Stati potrebbero revocare le sanzioni imposte all’attuale governo…
R. –
The sanctions are based … Le sanzioni si basano su quello che accade in Birmania.
Quindi, qualsiasi cosa possa accadere in quanto a riforme e cambiamenti, in Birmania,
bisognerà chiedersi quale parte delle sanzioni vada revocata. Sarà un processo lento,
perché Aung San Suu Kyi ha chiesto alla comunità internazionale di mantenere le sanzioni
finché i cambiamenti non saranno irreversibili. Se ci saranno cambiamenti positivi
in Birmania, perché no? Sarà un bene per la Birmania e sarà un bene per il nostro
popolo birmano.
D. – In quale modo la comunità internazionale può contribuire
a promuovere la democrazia in Birmania?
R. – It’s critical for International
community… E’ difficile per la comunità internazionale impegnarsi con il governo
della Birmania, con il partito all’opposizione e con i gruppi etnici. La questione
birmana è piuttosto complessa: non si tratta soltanto di opposizione e governo; abbiamo
anche la componente etnica che sta lottando per il rispetto dei suoi diritti. In un
sistema democratico, ciascuno deve poter partecipare; senza il contributo delle minoranze
etniche, come si può raggiungere un qualsiasi risultato? (gf)