Mons. Crociata: siano tutti, e non solo alcuni, a pagare il costo del necessario rigore
I vescovi esprimono grande preoccupazione per la crisi e ribadiscono che, nella riunione
del Consiglio episcopale, che si è chiusa oggi a Roma, è emersa “sostanziale unità”
su questo tema. Nel presentare questa mattina il comunicato finale, sil egretario
generale della Cei, mons. Mariano Crociata, ha annunciato che la prossima Settimana
Sociale dei Cattolici si terrà a Torino nell’autunno del 2013. Alessandro Guarasci:
Serve uno sforzo
da parte di tutti, un’”equa distribuzione delle rinunce”, per evitare che il Paese
collassi. Il tema dell’occupazione è “complesso” dice mons. Crociata, e bisogna fare
attenzione a chi esce dal mercato del lavoro, ma anche a chi entra, dunque con un
occhio particolare ai giovani:
“Il rigore è necessario perché altrimenti
non si supera la crisi, ma l'equità pure è necessaria perché non possono essere soltanto
alcuni a pagare il costo del necessario rigore. Allora ci vuole uno sforzo da parte
di tutte le realtà, di tutte le istituzioni e diciamo pure anche da parte di tutti
i cittadini, proprio a tutti i livelli. A me sembra che il Paese al di là di alcune
accentuazioni, esasperazioni, nel suo insieme comprenda questo”.
Mons.
Crociata ha messo in luce come non si possa dare "avallo a chi non vuole cambiare
nulla e vuole che le cose restino sempre così". D'altronde, la società italiana sta
attraversando una vera metamorfosi: visione utilitaristica, allergia alle regole,
individualismo esasperato, perdita dell’orizzonte del prossimo. Insomma, serve anche
una ripresa morale per uscire dalla crisi:
“Ci vuole fiducia e coraggio
per affrontare anche una crisi, un travaglio di tipo economico. E’ un fattore non
secondario in un momento come questo”.
La Chiesa è presente sul territorio
con le strutture a sostegno dei più deboli, con i suoi seimila oratori, col "Prestito
della Speranza" che aiuta sempre più famiglie. Ma un cambiamento di mentalità da parte
di ampi strati della società può avvenire anche attraverso la fede. Per questo, ha
detto mons. Crociata “bisogna rendere più produttive le implicazioni culturali della
fede”.