2012-03-30 14:26:15

Gran Rabbinato d’Israele e Santa Sede: remissione dei debiti a singoli e famiglie


La crisi ha rivelato ancora di più la grave carenza di componente etica nel pensiero economico: è quanto si legge nel comunicato congiunto pubblicato dopo la conclusione della XI riunione della Commissione bilaterale delle delegazioni del Gran Rabbinato d’Israele e della Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’Ebraismo. Tema: “Prospettive religiose a proposito dell’attuale crisi finanziaria: considerazioni per un giusto ordine economico”. Il rabbino Shear-Yashuv Cohen è stato il moderatore della delegazione ebraica e il cardinale Peter Turkson moderatore della delegazione cattolica. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

“Benché molti fattori abbiano contribuito a causare la crisi finanziaria, alle sue radici sta una crisi di valori morali, nella quale il primato del possedere, riflesso in una cultura di avidità, ha oscurato il primato dell’essere”. E’ questo il cuore delle riflessioni. L’obiettivo ribadito è “un giusto ordine economico” al quale guardare con la consapevolezza che ogni ricchezza del mondo è stata “donata da Dio all’umanità per il bene comune”. “Nell’attività economica è venuto a mancare gravemente il valore della verità”. E’ una delle affermazioni forti del comunicato sottoscritto da ebrei e cattolici, che ribadisce valori fondamentali: “solidarietà e fraternità”, “onestà e trasparenza”. Per poi spingersi a domandare “una cultura del limite” che dovrebbe significare “un livello di autolimitazione e di modestia, uno spirito di servizio responsabile, un sistema etico di distribuzione di risorse e di priorità”. Si parla di “obblighi e responsabilità”. Innanzitutto “l’obbligo di garantire la soddisfazione di bisogni umani fondamentali, quali la protezione della vita, il sostentamento, il vestito, la casa, la salute, l’educazione e il lavoro”. E si dice chiaramente che l’attenzione deve essere maggiore nel caso di persone più deboli o nel caso di Stati con economie più deboli. A questo proposito, c’è un chiaro invito: “Così come la crisi ha richiesto una parziale remissione di debiti ai livelli nazionale e internazionale, altrettanto occorre fare nei confronti delle famiglie e dei singoli individui, per la loro riabilitazione economica.” Dunque si parla di valori ma anche di proposte concrete. Un’altra proposta concreta è in tema di formazione: “è necessario – si legge – che istituti e accademie di studi economici e di formazione socio-politica includano nei loro curricoli la formazione etica, analogamente a ciò che in anni recenti si è fatto nel campo dell’etica medica, e che consultazioni etiche siano anche incluse in rapporto alle decisioni che vengono prese a livello nazionale e internazionale”. Con una consapevolezza profonda: “le comunità religiose, oltre alla saggezza etica tratta dai loro patrimoni spirituali, sono parte integrante della società civile, che insieme con l’attività politica e sociale deve svolgere un ruolo centrale nell’assicurare la sussidiarietà necessaria per un giusto ordine sociale ed economico”.

Resta da dire che il rabbino Shear-Yashuv Cohen ha aperto la riunione ringraziando Dio per il cambiamento storico nelle relazioni cattolico-ebraiche a partire dal Concilio Vaticano II (1962-1965), e per l’istituzione della Commissione bilaterale tra il Gran Rabbinato d’Israele e la Santa Sede dopo la storica visita di Papa Giovanni Paolo II in Israele. Sono intervenuti il prof. Ettore Gotti Tedeschi, presidente dell’Istituto per le Opere di Religione; il dottor Meir Tamari, già capo economista della Banca d’Israele; il prof. Stefano Zamagni, del Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Bologna.







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