Dialoghi in cattedrale: intervista con il cardinale Betori
Considerare il male dall'ottica dell’amore di Cristo, perché soltanto Lui ci conduce
oltre, e ci invita a rivolgere il nostro desiderio al bene. Su questo hanno riflettuto,
nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, il cardinale Giuseppe Betori,
arcivescovo di Firenze e lo psichiatra Vittorino Andreoli, nell’ultimo incontro dei
Dialoghi in Cattedrale, incentrato su "La proposta educativa di fronte al problema
del male". Il commento del cardinale Betori nel servizio di Marina Tomarro:
"Bisogna
innanzitutto prendere atto che la cultura nella quale viviamo ha reso molto oscuro
il confine tra bene e male: vengono a mancare, oggi, quei criteri oggettivi che permettono
appunto una delimitazione condivisa di queste due realtà, così che ognuno sposta il
confine. Ciò che va ad emergere sono i due punti estremi, che però non assumono più
- nel giovane soprattutto – la connotazione del bene e del male, quanto piuttosto
del piacere e dell’orrore. Questa è una costatazione negativa, al quale dobbiamo reagire
però con la proposta di Gesù: non partire dalle definizioni ma partire da una esperienza
concreta di incontro con il bene, che è Lui stesso, e dalla capacità di amare il bene.
E
il cardinale Betori, nel suo intervento, ha detto che uno dei modi di contrastare
il male è proprio quello di testimoniare sempre la verità e avere il coraggio di lottare
per essa anche quando il mondo la rifiuta:
"Con questo direi che il Santo
Padre, Benedetto XVI, ci è molto di aiuto, proprio nel momento in cui riconduce al
problema della verità e, ahimè, del suo contrario che oggi è il relativismo, quello
che è la radice delle problematiche della cultura contemporanea. Una verità, per altro,
da riconquistare in quella prospettiva personalistica con cui Gesù dice di se stesso:
'Io sono la via, la verità e la vita'”.
E il porporato ha concluso invitando
i presenti a non avere mai paura del male e di affidarsi a Dio padre buono che ci
aiuta nelle difficoltà:
"E’ il volto che Gesù ci ha dato di Dio e così ci
insegna a chiamarlo nella preghiera. Quindi, è proprio guardando Gesù e lasciandoci
custodire - indicare una strada da Lui - che possiamo scoprire il vero volto di Dio
che, appunto, non è solo Colui che ci genera ma Colui che ci educa, ci perdona e ci
riaccoglie in ogni momento della nostra vita".
All’incontro era presente
anche lo psichiatra, Vittorino Andreoli, che ha spiegato come il male sia legato al
destino dell’uomo e in molti casi, quindi, non è evitabile. Ma il modo migliore per
contrastarlo e vincerlo, ha proseguito, è quello di educare le nuove generazioni al
bene e alla speranza, perché solo quella è la giusta cura contro la paura e l’insicurezza
del futuro. (cp)