Uruguay: dopo i casi di eutanasia la Chiesa riafferma la difesa della vita
La popolazione dell’Uruguay è ancora sgomenta per la terribile situazione che è venuta
allo scoperto pochi giorni fa, quando si è appreso che un gruppo di infermieri, in
più di un ospedale, operava l'eutanasia senza alcun controllo. In questo contesto
la Conferenza episcopale ha pubblicato una nota, in occasione della Pasqua, per manifestare
i sentimenti dei cristiani dinanzi a questi fatti e per incoraggiare la difesa della
vita in tutti i suoi momenti, da prima della nascita fino alla morte naturale. "Ci
riferiamo - si legge nella nota firmata da mons. Carlos Collazzi, vescovo di Mercedes
e presidente della Conferenza episcopale - in particolare ai crimini commessi contro
le persone che erano in terapia intensiva, totalmente impotenti. Eleviamo la nostra
preghiera per coloro che hanno visto le loro vite spezzate, per le loro famiglie in
lutto e anche per gli autori di queste morti. Con tutta la società uruguayana, speriamo
che le misure prese contribuiscano a ricostruire la fiducia nelle aziende sanitarie.
Con la stessa sensibilità ricordiamo che il dibattito sulla depenalizzazione dell'aborto
presto avrà una tappa decisiva nella Camera dei Rappresentanti. Anche qui siamo davanti
a delle vite umane indifese. Riaffermiamo la nostra convinzione, sostenuta dalla scienza,
che ogni vita che è nel grembo è quella di un essere umano che chiede di nascere e
di continuare a svilupparsi in tutte le dimensioni dell'esistenza, e quindi di partecipare
con tutti i suoi diritti e doveri alla vita della nostra società". (R.P.)