2012-03-29 15:29:08

Quando Giovanni XXIII parlò a Cuba attraverso la Radio Vaticana


Riecheggia ancora la gioia e forza delle parole di Benedetto XVI durante la Messa celebrata ieri a Plaza de la Revolucion, a L’Avana. Ma a far risuonare la loro parola in quella piazza non sono stati solo i due Pontefici contemporanei: Benedetto XVI e, nel 1998, Giovanni Paolo II. Ben 53 anni fa, vi giunse anche la voce di Giovanni XXIII, non presente di persona ma che fece sentire la sua vicinanza attraverso le frequenze della Radio Vaticana. Papa Roncalli indirizzò, infatti, un Radiomessaggio ai fedeli riuniti per una Messa, evento culmine del primo Congresso cattolico nazionale e dell’Assemblea generale dell’Apostolato laico. Il servizio di Debora Donnini:RealAudioMP3

“Habla Radio Vaticana, desde del Palacio Apostólico del Vaticano. Trasmitimos en audiciones extraordinaria el Radiomensaje de Su Santidad Juan XXIII dirigidos a los fieles de Cuba”.

Così viene dato l’annuncio del Radiomessaggio di Giovanni XXIII. E’ domenica 29 novembre del 1959, pochi mesi dopo la vittoria della rivoluzione cubana, guidata da Fidel Castro. A Plaza de la Revolución, i fedeli riuniti ascoltano con emozione – grazie alla Radio Vaticana – le parole di un Pontefice, Giovanni XXIII, che indirizza un saluto per il Congresso Nazionale Cattolico. E’ la prima volta che la voce di un Papa arriva a Cuba.

“La faz del mundo podría cambiarse si reinara la verdadera caridad...
La faccia del mondo potrebbe cambiare se regnasse la vera carità; quella del cristiano che si unisce al dolore e alla sofferenza dell’infelice, che cerca per questa persona la felicità, la sua salvezza tanto quanto la propria; quella del cristiano – prosegue Papa Roncalli – convinto che i suoi beni hanno una funzione sociale e che impiegare il superfluo a favore di chi manca del necessario, non è una generosità facoltativa, ma un dovere".

“Si el odio ha dado frutos amargos de muerte, habrá que encender de nuevo…
Se l’odio ha dato frutti amari di morte, si dovrà di nuovo accendere quell’amore cristiano che è l’unico che può limare tante asprezze, superare tanti tremendi pericoli e addolcire tante sofferenze". Quest’amore consoliderà la pace sociale.

Giovanni XXIII sottolinea che tutte le istituzioni impegnate a promuovere questa collaborazione, per ben concepite che sembrino, ricevono il loro principale punto di forza dal reciproco vincolo spirituale, che deriva dal sentirsi membri di una grande famiglia per il fatto di avere lo stesso Padre.

Quindi, le parole d’ordine per promuovere il coordinamento di tutte le attività apostoliche, con l’intento di salvare la pace cristiana di Cuba e di assicurare le sue tradizioni cattoliche: "avranno un comun denominatore e raccoglieranno maggiore efficacia dalla carità vissuta da ciascuno di voi".







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