2012-03-29 12:26:37

La Messa del Papa all’Avana: Cuba rafforzi la libertà religiosa


La Chiesa ha bisogno di essere libera per annunciare il Signore: è quanto sottolineato da Benedetto XVI nella Messa celebrata nella Piazza della Rivoluzione all'Avana, di fronte a 300 mila persone. Il Papa ha messo l’accento sul legame tra la libertà e la verità e ha ribadito che la Chiesa non chiede alcun privilegio, ma pretende solo di essere fedele a Cristo. Alla celebrazione ha partecipato anche il presidente cubano, Raúl Castro. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

Una leggera brezza ed un cielo terso hanno fatto da cornice alla grande Messa in Piazza della Rivoluzione all’Avana. Una festa di fede e di popolo, animata da trecentomila persone che si sono raccolte in preghiera con il Papa per il momento culminante del viaggio apostolico in terra cubana. Tante le bandiere di Cuba e del Vaticano sventolate dai fedeli, ma anche di altri Paesi latinoamericani a significare la dimensione continentale dell’evento. Un sentimento d’affetto filiale che il cardinale arcivescovo dell’Avana, Jaime Ortega y Alamino, ha riassunto all’inizio della Messa:

“Ese pueblo está congregado hoy aquí, está en sus casas…”
“Questo popolo riunito qui ora – ha detto il porporato – e quanti sono a casa di fronte alla televisione, si aspettano da Lei, Santità, una parola che faccia discendere su ognuno di noi e su tutta la nostra nazione la Benedizione di Dio”. Un’aspettativa che il Papa ha raccolto con gioia, pronunciando un’omelia appassionata, tutta incentrata sulla libertà e il suo radicamento nella verità sull’uomo. La Chiesa, ha detto, “vive per rendere partecipi gli altri dell’unica cosa che possiede”, “Cristo stesso”:

“Para poder ejercer esta tarea, ha de contar…”
“Per poter svolgere questo compito – ha affermato – essa deve contare sull’essenziale libertà religiosa, che consiste nel poter proclamare e celebrare anche pubblicamente la fede, portando il messaggio di amore, di riconciliazione e di pace che Gesù portò al mondo”. Il Papa ha riconosciuto “con gioia che sono stati fatti passi in Cuba, affinché la Chiesa compia la sua ineludibile missione di annunciare pubblicamente ed apertamente la sua fede”:

“Sin embargo, es preciso seguir adelante…”
“Tuttavia – ha osservato – è necessario proseguire, e desidero incoraggiare le autorità governative della nazione e rafforzare quanto già raggiunto ed a proseguire in questo cammino di genuino servizio al bene comune di tutta la società cubana”:

“El derecho a la libertad religiosa…”
“Il diritto alla libertà religiosa, sia nella sua dimensione individuale sia in quella comunitaria – ha soggiunto – manifesta l’unità della persona umana che è, nel medesimo tempo, cittadino e credente”. Ancora, legittima il contributo dei credenti “all’edificazione della società”. Il suo rafforzamento, ha detto, “consolida la convivenza, alimenta la speranza in un mondo migliore, crea condizioni propizie per la pace” e “stabilisce basi solide sulle quali assicurare i diritti delle generazioni future”:

“Cuando la Iglesia pone de relieve este derecho…”
“Quando la Chiesa mette in risalto questo diritto – ha avvertito Benedetto XVI – non sta reclamando alcun privilegio”. Ciò che pretende, ha detto, è “solo di essere fedele al mandato” di Cristo. Per questo, è da sperare che presto anche a Cuba giunga “il momento in cui la Chiesa possa portare nei vari campi del sapere i benefici della missione che il suo Signore le ha affidato e che non può mai trascurare”. Ma dove si radica dunque questa libertà che la Chiesa chiede? Il Papa sottolinea, comentando il Vangelo, che cercare la verità “suppone sempre un esercizio di autentica libertà”, ma molti preferiscono “scorciatoie” e cercano “di evitare questo compito”:

“Algunos, como Poncio Pilato, ironizan con la posibilidad…”
“Alcuni, come Ponzio Pilato – ha evidenziato – ironizzano sulla posibilità di poter conoscere la verità” proclamando “l’incapacità dell’uomo di raggiungerla o negando che esista una verità per tutti”. Un atteggiamento che, “come nel caso dello scetticismo e del relativismo, “produce un cambiamento nel cuore, rendendo freddi, vacillanti, distanti dagli altri e rinchiusi in se stessi”. D’altra parte, ha proseguito, c’è chi – portato “all’irrazionalità e al fanatismo” – cerca di imporre la verità agli altri. Ecco perché “fede e ragione sono necessarie e complementari nella ricerca della verita”. E ha quindi citato l’esempio del sacerdote, educatore e maestro, Felix Varela, figlio illustre dell’Avana che ha aiutato Cuba a diventare una nazione “degna e libera”:

“Además, la verdad sobre el hombre…”
“Inoltre – ha spiegato il Papa – la verità sull'uomo è un presupposto ineludibile per raggiungere la libertà, perché in essa scopriamo i fondamenti di un'etica con la quale tutti possono confrontarsi”. Un patrimonio etico, ha soggiunto, “che può avvicinare tutte le culture, i popoli e le religioni, le autorità e i cittadini, e i cittadini tra loro, e i credenti in Cristo con coloro che non credono in Lui”. Il Papa ha così concluso la sua omelia con un vibrante appello:

“Cuba y el mundo necesitan cambios…”
“Cuba e il mondo – ha affermato – hanno bisogno di cambiamenti, ma questi ci saranno solo se ognuno è nella condizione di interrogarsi sulla verità e si decide a intraprendere il cammino dell’amore, seminando riconciliazione e fraternità”.







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