2012-03-29 15:21:25

La Dottrina della Fede sui sedicenti "vescovi" greco-cattolici ucraini: sono fuori dalla comunione ecclesiale


Una sfida all’autorità ecclesiastica e un danno a tutta la Chiesa cattolica. Non usa mezzi termini la Congregazione per la Dottrina della Fede nel definire l’operato di quattro religiosi espulsi dall’Ordine Basiliano di San Giosafat e autoproclamatisi “vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina”. In una nota ufficiale, il dicastero pontificio, riferendosi ai reverendi Eliáš A. Dohnal, Markian V. Hitiuk, Metodèj R. Špirik e Robert Oberhauser, afferma che con “il loro comportamento contumace continuano a sfidare l'autorità ecclesiastica, danneggiando moralmente e spiritualmente non solo l'Ordine Basiliano di San Giosafat e la Chiesa greco-cattolica ucraina, ma anche questa Sede Apostolica e l'intera Chiesa Cattolica”. Tutto questo, si stigmatizza, “provoca divisione e sconcerto tra i fedeli”, nonostante “esponenti a vari livelli della Chiesa sin dall'inizio di questa sofferta vicenda”, si precisa, abbiano “invano cercato di dissuaderli dal proseguire in comportamenti che possono tra l'altro trarre in inganno i fedeli – cosa avvenuta per un certo numero di essi”.

La Santa Sede da parte sua – prosegue il comunicato – “aveva sperato in un pentimento e in un successivo conseguente ritorno dei suddetti chierici alla piena comunione con la Chiesa Cattolica”, ma “purtroppo gli ultimi sviluppi – quale il tentativo non riuscito di registrazione statale del gruppo di "Pidhirci" con il nome di "Chiesa Ortodossa Greco-Cattolica Ucraina" – hanno dimostrato invece la loro contumacia”. Dunque, per “salvaguardare” il “bene comune della Chiesa” e la salute delle anime – e atteso che i sedicenti “vescovi” di Pidhirci non danno segno alcuno di ravvedimento, ma continuano a creare confusione e scompiglio nella comunità dei fedeli, in particolare calunniando gli Esponenti della Santa Sede e della Chiesa locale ed affermando che la Suprema Autorità della Chiesa è in possesso di una documentazione che comproverebbe la piena validità della loro ordinazione episcopale” – la Congregazione per la Dottrina della Fede – si legge nella nota – “ha deciso con la presente dichiarazione di informare i fedeli, specialmente nei Paesi di provenienza dei chierici-sedicenti "vescovi" circa la loro attuale condizione canonica”.

“Dissociandosi totalmente dall'operato dei menzionati sedicenti "vescovi" e dalle loro sopraccitate false dichiarazioni”, il dicastero vaticano dichiara formalmente “di non riconoscere la validità delle loro ordinazioni episcopali e di tutte quelle ordinazioni che da esse sono derivate o deriveranno”. “Si rende noto, inoltre, - chiarisce la nota ufficiale – che lo stato canonico dei quattro menzionati sedicenti ‘vescovi’ è quello di scomunicati”, secondo il Codice Canonico delle Chiese Orientali, e che “la denominazione ‘cattolica’ usata da gruppi non riconosciuti dalla competente autorità ecclesiastica è da considerarsi illegittima ed abusiva”. I fedeli, conclude la Congregazione vaticana, “sono, pertanto, tenuti a non aderire al suddetto gruppo in quanto esso è, ad ogni effetto canonico, fuori della comunione ecclesiastica e sono invitati a pregare per i membri dello stesso gruppo affinché possano ravvedersi e tornare alla piena comunione con la Chiesa cattolica”. (A cura di Alessandro De Carolis)







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