Israele: la riforma degli alloggi sembra ignorare la comunità araba
La riforma degli alloggi, di cui il primo ministro Benjamin Netanyahu si è fatto portabandiera
ignora totalmente o quasi le necessità della comunità araba. A sostenerlo è un rapporto
pubblicato dal ‘Dirasat – Arab Center for Law and Policy’ in occasione della ‘Giornata
della Terra’ che ricorre domani. Nel documento, che porta la firma dell’avvocato Keis
Nasser si sottolinea che le raccomandazioni espresse dal comitato Trajtenberg per
le riforme socioeconomiche “non portano alcuna soluzione per il problema della carenza
di alloggi nella comunità palestinese”. Basato su sopralluoghi, interviste e documenti
del ministero degli Interni israeliano, il rapporto evidenzia i numerosi ostacoli
che impediscono lo sviluppo di centri e villaggi palestinesi sul territorio israeliano.
“Tali ostacoli – è sottolineato – che impediscono alla comunità araba di espandersi
in maniera lecita, la costringono a costruire abitazioni abusive, sempre a rischio
demolizione”. Per esempio il documento – di cui il quotidiano Haaretz risporta ampi
stralci – cita la sospensione da parte del Distretto settentrionale per la pianificazione
urbanistica delle costruzioni in 26 tra villaggi e conglomerati per “inadeguato sistema
fognario”. Un cane che si morte la coda poiché, denuncia il rapporto “le risorse necessarie
per migliorare le infrastrutture civili sono rese inaccessibili ai palestinesi dall’amministrazione
centrale”. Nel presentare il rapporto, il direttore di Dirasat Yousef Jabarin ha citato
la “massiccia e progressiva confisca di terreni alle famiglie palestinesi” tra le
cause della penuria di abitazioni per la comunità araba. La riforma delle abitazioni
– che prevede oltre alla realizzazione di case popolari anche pesanti sanzioni per
le società di costruzione che cercano di speculare sulla crisi immobiliare – rientra
in un vasto programma di riforme disegnato attorno alle raccomandazioni del comitato
Trajtenberg “per il cambiamento economico e sociale”. Il comitato era stato creato
dal primo ministro Netanyahu per andare incontro alle richieste della classe media
e dei giovani, scesi in piazza nei mesi scorsi per lamentare l’aumento dei prezzi
delle case e il carovita.(R.P.)