India. Gujarat: accuse di conversioni forzate per 32 bambini della Prima comunione
Accuse di conversioni forzate in Gujarat su 32 bambini e ragazzi, per aver celebrato
Prima comunione e Cresima. È accaduto nel distretto di Anand, dove le autorità locali
hanno aperto un'inchiesta contro alcuni sacerdoti cattolici di due comunità nell'area
di Khambhat. La denuncia giunge da un'associazione per i diritti umani di Petlad,
che ha impugnato il Gujarat Freedom of Religion Act 2008, la legge anticonversione
dello Stato. Per padre Cedric Prakash, presidente del Gujarat United Christian Forum
for Human Rights, si tratta di accuse "infondate, ingannevoli e maliziose". "I bambini
- sottolinea all'agenzia AsiaNews il gesuita - provengono da famiglie cattoliche,
e le 'cerimonie' di cui si parla nelle denunce sono i tradizionali sacramenti della
Prima comunione e della Cresima. È chiaro che citare la draconiana legge anticonversione
del Gujarat non è applicabile in questi casi". Per Sajan George, presidente del Global
Council of Indian Christians (Gcic), "la retorica hindutva si sta ormai diffondendo
come un virus. Questa continua propaganda spinge gli ultranazionalisti indù ad autonominarsi
difensori contro le conversioni forzate dei missionari, e la comunità cristiana è
ogni giorno più vulnerabile. Gli estremisti godono della protezione politica, che
dà loro piena licenza di perpetrare i loro attacchi con la consapevolezza che le vittime,
e non gli aggressori, saranno arrestate. Proprio come è accaduto di recente in Madhya
Pradesh". Il presidente del Gcic si riferisce a due incidenti accaduti il 25 marzo
scorso in distretti diversi dello Stato. In quello di Chindwara, la polizia ha arrestato
tre cristiani per accuse di conversioni forzate. Gli agenti hanno registrato le denunce
contro Harichan Varti, Mayaram Padame e Santaram Parteti sotto varie sezioni del Codice
penale, compreso il Madhya Pradesh Freedom of Religion Act 1968. Nel distretto di
Barwani, nazionalisti indù hanno fatto irruzione durante un servizio di preghiera,
a cui partecipavano un migliaio di fedeli cristiani. Il secondo giorno la polizia
locale ha chiesto agli organizzatori di sgomberare l'area. I cristiani però hanno
presentato i regolari permessi, e gli agenti hanno allora concesso di riprendere il
servizio. Gujarat e Madhya Pradesh sono tra i sei Stati indiani che prevedono leggi
anticonversione. Gli altri sono: Arunachal Pradesh, Chhattisgarh, Himanachal Pradesh
e Rajasthan. Tuttavia, l'art. 25 della Costituzione del Paese garantisce la libertà
religiosa come diritto fondamentale, incluso quello di praticare, diffondere e cambiare
il proprio credo. Esperti legali giudicano queste leggi ambigue e inutili, dal momento
che l'art. 295A del Codice penale indiano sancisce già gravi sanzioni per chi commette
"atti deliberati e maligni, volti a offendere i sentimenti religiosi o qualunque classe
sociale, insultando la sua fede o credo religioso". (R.P.)