Un libro sulle "grandi omelie" di Benedetto XVI. Intervista con mons. Leuzzi
La gioia della Resurrezione da annunciare a tutti e un testo che vuole essere una
sorta di consegna del testimone di questo annuncio di speranza. E’ l’obiettivo del
libro"La nuova creazione nella storia. Le grandi omelie pasquali di
Benedetto XVI", edito dalla Libreria Editrice Vaticana e presentato ieri pomeriggio
nella Sala Marconi della nostra radio. Il volume, raccoglie tre omelie pronunciate
dal Papa nelle Veglie Pasquali del 2007, 2008 e 2009, con gli approfondimenti di
alcuni docenti, che hanno partecipato nei mesi scorsi al secondo ciclo delle Letture
teologiche su questo tema, ospitato nel Palazzo Lateranense della capitale. Marina
Tomarro ha intervistato il curatore del testo, monsignor Lorenzo Leuzzi,
vescovo eletto per la diocesi di Roma:
R. - Il volume
nasce da un’esperienza, ormai al secondo anno, che è quella di offrire a un pubblico
molto più ampio - oltre quindi la diocesi di Roma - tematiche che nascono dai discorsi
importanti di Benedetto XVI. Grazie alla solerzia dei redattori, abbiamo potuto subito
mettere in atto la pubblicazione che può servire per il tempo pasquale, perché le
omelie del Papa sono tutte incentrate sul mistero pasquale. Dunque, una grande occasione
per essere guidati da lui, per capire e vivere tutto il cammino pasquale della Chiesa.
D.
- Secondo lei, quali sono i contenuti più importanti di queste tre omelie?
R.
- Credo ci sia questo legame che unisce le tre omelie, ma anche le altre omelie pasquali:
ovvero, l’idea che l’esperienza del Battesimo non è un fatto puramente religioso,
di carattere culturale. L’evento battesimale, che si aggancia direttamente all’esperienza
del mistero pasquale - di cui è la fonte, la sorgente - raggiunge l’uomo e lo trasforma
nella sua esistenza più profonda. Per questo, l’uomo può davvero comprendere fino
in fondo la sua identità. E in questo contesto sociale come quello contemporaneo,
dove l’uomo rischia di perdere la propria identità, ciò permette di trovare quel fondamento
che gli consente di costruire la storia senza però essere annientato, senza essere
annullato, ma addirittura di essere davvero protagonista. Le omelie pasquali - a mio
parere - raggiungono questo grande obiettivo, cioè di aiutare l’uomo a non perdere
la speranza di costruire un futuro dove l'uomo stesso sia promosso per quello che
è e non per quello che ha.
D. - Nel libro si parla anche della ricerca del
vero volto di Dio nella storia. In che modo l’uomo contemporaneo può trovare il vero
volto di Dio?
R. - Trovare il vero volto di Dio significa che oggi l’uomo non
deve, non può fermarsi a una semplice riflessione religiosa, a una semplice esperienza
religiosa. La società contemporanea, con i suoi ritmi, con le sue interpellanze, e
anche con le sue difficoltà, invita e stimola l’uomo a non fermarsi al primo Dio,
ma di cercare in profondità. (bi)