Tensioni al confine del Sud Sudan. Preoccupato il nunzio, mons. Boccardi
Dopo due giorni di scontri, ieri sera, sono cessati i combattimenti tra le truppe
del Sudan e del Sud Sudan lungo le zone petrolifere di confine contese tra i due Paesi.
Intanto cresce la preoccupazione – esternata anche dal nunzio apostolico mons. Leo
Boccardi – per il rinvio della visita nella capitale del Sud del presidente sudanese,
Omar al Bashir, che aveva lo scopo dichiarato di ratificare l’accordo di libera circolazione
dei profughi tra i due Stati. Il servizio di Marco Guerra:
L'aviazione
sudanese ha condotto nella notte un raid nello Stato di Unità, in territorio del Sud
Sudan, ma da ieri nessun combattimento a terra è stato segnalato, così come nell'area
petrolifera di Heglig che rientra nel Sudan. I due governi si rimpallano le responsabilità
degli scontri e annunciano di aver respinto le forze avverse, tuttavia in entrambe
le capitali si minimizza la portata delle violenze e si esclude la volontà di riavviare
una vera guerra. Il presidente sudanese, Omar al Bashir, ha però rinviato la visita
al Sud, prevista per il prossimo 3 aprile, che aveva lo scopo dichiarato di ratificare
gli accordi di libera circolazione dei profughi tra i due Stati. Il nunzio apostolico,
mons. Boccardi, ha auspicato una rapida firma dell’intesa che estenderebbe la libertà
di residenza, lavoro, movimento, e proprietà a migliaia di persone. Ma sulla condizione
dei profughi nelle zone di confine ascoltiamo il portavoce di "Medici senza frontiere",
Sergio Cecchini:
"Da novembre stiamo riscontrando un continuo deterioramento
delle condizioni di sicurezza, al confine tra Sudan e Sud Sudan. In questo momento
riscontriamo una situazione estremamente drammatica nei campi di Doro e Jamam, dove
80mila rifugiati si sono accampati - in fuga dagli scontri - nel Blue Mile. Raccontano
di costanti bombardamenti e scontri, che non gli permettono di tornare alle loro abitazioni
nei loro Paesi. È una situazione da corsa contro il tempo: la stagione delle piogge
si sta avvicinando, è prevista che arrivi a fine aprile e poter portare aiuti in queste
zone remote, in queste zone disagiate, diventerà praticamente impossibile"