2012-03-28 11:43:25

Roma: inaugurato il nuovo Centro Caritas per i rifugiati e le vittime di tortura


E' stato inaugurato ieri, a Roma, un nuovo Centro della Caritas per i rifugiati e le vittime di tortura. La struttura, che si trova a pochi passi da Campo de’ Fiori, è specializzata nell’assistenza psicologica di persone provenienti dai contesti più difficili del mondo. Il servizio di Eugenio Bonanata:RealAudioMP3

La violenza genera anche pesanti traumi psicologici, i cui effetti durano decenni. Le chiamano le "ferite invisibili" e colpiscono più di un miliardo di persone. Stella da Silva è coordinatrice del nuovo Centro romano:

"Hanno paura. Hanno tanta paura, per via degli eventi traumatici che hanno subìto, e questi sintomi sono un ostacolo per l'integrazione. Noi, perciò, cerchiamo - attraverso il lavoro della psicoterapia - di aiutarli a lavorare su questa loro esperienza, perché possano veramente costruirsi una nuova vita. Possano rinascere, come diciamo noi".

L’obiettivo dei migranti e dei richiedenti asilo è quello di trovare lavoro. Senza aiuto, però, sono costretti a vivere ai margini della società. Salvatore Gerace è responsabile dell’area sanitaria di Caritas:

"Chi vive su strada, e non è abitauto a viverci, è come se subisse costantemente delle torture. Troviamo gli stessi sintomi. In quel caso, però, è molto più difficile, perchè non c'è quella rete sociale che invece serve per il sostegno di queste persone. E' una sfida. Una sfida dove serve il contributo di tutti".

Il Centro romano sorge nell’abito di un progetto della Caritas attivo da diversi anni, che nel ne primo trimestre del 2012 ha curato una cinquantina di pazienti. Quest’anno, quelli provenienti dalla Costa d’Avorio hanno superato gli afghani:

"In Afghanistan, sono soprattutto minori, quindi la situazione è piuttsto critica. Si tratta di persone che hanno visto morire i genitori, che hanno viste violentate le madri. Sono situazioni veramente drammatiche".

Nella struttura lavora una ventina di persone, tra specialisti e volontari. Tra di loro, anche la psicologa Cristina Caizzi, che spiega l’obiettivo primario della terapia:

"Nella loro storia, queste persone sono state attaccate da esseri umani, che in qualche modo le hanno private del loro diritto di essere esseri umani, della loro identità. Fanno quindi fatica a fidarsi nuovamente di altre persone che si propongono, anche se per aiutarle. Il primo passo è proprio quello dell'accoglienza e della creazione di una relazione di fiducia".







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