Cellule staminali e fondi europei: dibattito a Bruxelles nella Settimana per la
vita
Settimana per la vita al Parlamento europeo: si tratta di un'iniziativa organizzata
dal Partito Popolare, Ppe, in parallelo con la settimana di riflessione promossa dalla
Comece, Commissione degli Episcopati Europei. Ieri pomeriggio, all'Europarlamento
c'è stato il dibattito centrale sulle cellule staminali. Da Bruxelles, Fausta Speranza:
“Seriuos
ethical issues...” Le implicazioni etiche sono molto serie, lo sottolinea il
direttore dell’Istituto di ricerca sulle terapie cellulari in Francia, prof. Colin
McGuckin, e la sala piena conferma che c’è consapevolezza tra gli europarlamentari.
McGuckin illustra le prospettive della cosiddetta medicina rigenerativa e poi spiega:
“Le cellule embrionali non risolvono i problemi, bisogna investire in cellule staminali
adulte”. McGuckin è chiaro: le cellule staminali adulte possono già ora curare più
casi.
“Many scientists and ethicists…” L’europarlamentare Maria Patrão
Neves ricorda che molti scienziati lo sostengono da tempo e raccomanda dunque alla
politica di ascoltarli ora che si parla di fondi. Infatti, il punto è che a Bruxelles
si sta votando il programma sulla ricerca scientifica chiamato “Horizon” per il periodo
2014-2020. La linea di Bruxelles finora è stata chiara: "no" all’uso di embrioni.
Ma l’europarlamentare Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, avverte:
“Nel
2006, è stato approvato il settimo Programma-quadro nel quale effettivamente si dice
che non si danno fondi per uccidere embrioni e ricavarne cellule staminali ma si danno
fondi per fare sperimentazioni sulle cellule staminali ricavate da embrioni che evidentemente
qualcuno deve aver ucciso. Quindi, è un’ipocrisia. Noi chiediamo con forza che nessun
euro dell’Unione Europea sia usato per la morte, ma che tutti devono essere usati
per la vita e che quindi non siano erogati fondi per qualsiasi procedimento che utilizzi
cellule staminali embrionali.”
Va ricordato il pronunciamento, l’anno scorso,
della Corte di giustizia europea sul “caso Brüstle”:
“Si tratta della sentenza
del 18 ottobre dell’anno scorso, molto importante. Ora, dinanzi alla Corte si è posto
il problema se si debba conservare anche la primitiva cellula di un embrione e la
Corte non solo ha detto di sì, ma ha anche detto che tutto questo avviene come conseguenza
del riconoscimento della dignità umana di ogni essere umano fin dal concepimento.
Adesso, è in corso una manovra per limitare gli effetti di questa importantissima
sentenza al solo diritto brevettuale. Noi dobbiamo, anche da giuristi, lottare per
far vedere il significato generale di questa importantissima sentenza”.
Resta
da dire che, in base al Trattato di Lisbona, ora i cittadini hanno la possibilità
di interpellare direttamente le istituzioni europee su alcune questioni. E presto
partirà l’iniziativa dei cittadini in tema di tutela della vita. Nei prossimi mesi,
si raccoglieranno le firme in tutti i Paesi europei per promuovere ricerca a favore
della vita che significa anche migliore qualità della vita, ma senza fare nulla contro
la vita di embrioni.