Bielorussia: appello dei vescovi in difesa della vita nascente
La protezione della vita è il tema centrale della lettera pastorale diffusa dalla
Conferenza episcopale bielorussa in occasione della festa dell’Annunciazione della
Beata Vergine Maria che si è celebrata lunedì. “La vita umana è in pericolo”, scrivono
i vescovi, che denunciano un fatto quasi paradossale: professiamo un grande amore
per la vita, diamo molta importanza al nostro corpo e alla nostra salute, ma permettiamo
“l’uccisione di bambini indifesi nel seno materno”. Ricordando le parole del Beato
Giovanni Paolo II sull’aborto - riferisce l'agenzia Sir - visto come uccisione deliberata
e diretta di un essere umano nella fase iniziale della sua vita, i presuli denunciano
l’attività di diverse istituzioni e organizzazioni internazionali che conducono campagne
sistematiche a favore del ricorso all’aborto e della sua depenalizzazione nel mondo:
“In questo senso, la questione dell’aborto va al di là della responsabilità di ciascun
individuo; il danno causato, infatti, ha ‘grandi ripercussioni a livello sociale’”
e apre una “dolorosa ferita” nella società e nella sua cultura. I vescovi ricordano
anche tutte quelle coppie che non riescono ad avere figli. Pur difendendo il loro
diritto a beneficiare dei progressi della medicina per soddisfare il desiderio di
poter dare alla luce un figlio sano, ricordano anche che non tutti i metodi di trattamento
dell’infertilità sono “moralmente accettabili”, come per esempio il metodo della fecondazione
in vitro, spesso utilizzato in Polonia. I vescovi concludono con un’esortazione ai
fedeli a pregare per un mondo più accogliente nei confronti della vita e in particolare
della vita che sta per nascere. (R.P.)