Il Papa all’arrivo a Cuba: il Paese guarda già al domani e amplia i suoi orizzonti
Primo atto della visita a Cuba è stata la cerimonia di benvenuto all’aeroporto internazionale
di Santiago de Cuba, che ha preceduto la grande Messa a “Plaza Antonio Maceo”. Il
Papa, accolto dal presidente Raul Castro, ha subito portato un messaggio di grande
speranza, esortando il popolo cubano a guardare con fiducia al domani. Un affetto
ricambiato da decine di migliaia di persone che hanno salutato il Pontefice lungo
il tragitto che lo ha portato, in papamobile, all’arcivescovado di Santiago. Il servizio
di Alessandro Gisotti:
Musica solenne
e 21 salve di cannone per sottolineare la fine di un’attesa lunga 14 anni. Il Papa
è di nuovo a Cuba. Ieri, Giovanni Paolo II oggi Benedetto XVI. Ma l’affetto della
gente è lo stesso. Tantissimi, fin dai primi momenti, vogliono manifestare la propria
gioia per l’arrivo in terra cubana del “pellegrino della carità”. Lo aspettano cantando,
lo salutano al passaggio della papamobile. E Benedetto XVI entra subito in sintonia
con “questa bella isola e tutti i cubani”. Un discorso, quello della cerimonia di
benvenuto, tutto improntato alla speranza, alla fiducia nel futuro:
“Queridos
amigos, estoy convencido de que Cuba…” “Cari amici – afferma il Papa – sono
convinto che Cuba, in questo momento così importante della sua storia, sta guardando
già al domani, e per questo si sforza di rinnovare e ampliare i suoi orizzonti”. A
questo, ne è convinto il Papa, “coopererà quell’immenso patrimonio di valori spirituali
e morali che hanno plasmato la sua identità più genuina e che si trovano scolpiti
nell’opera e nella vita di molti insigni padri della patria”.
“La Iglesia,
por su parte, ha sabido contribuir…” “La Chiesa, da parte sua – soggiunge –
ha saputo contribuire con impegno alla promozione di tali valori mediante la sua generosa
e instancabile missione pastorale e rinnova i suoi propositi di continuare a lavorare
senza tregua per servire meglio tutti i cubani”. Sottolinea, dunque, qual è la finalità
del suo viaggio: confermare i fratelli nella fede, “incoraggiarli nella speranza”:
“Llevo
en mi corazón las justas…” “Porto nel mio cuore – confida – le giuste aspirazioni
e i legittimi desideri di tutti i cubani, dovunque si trovino, le loro sofferenze
e gioie, le loro preoccupazioni e gli aneliti più nobili, in modo speciale dei giovani
e degli anziani, degli adolescenti e dei bambini, degli infermi e dei lavoratori,
dei detenuti e dei loro familiari, così come dei poveri e dei bisognosi”. Il Papa
non manca poi di rammentare, con emozione, lo storico viaggio di Giovanni Paolo II:
“En
efecto, su paso por la isla fue come…” “In effetti – osserva – il suo passaggio
nell’isola fu come una brezza soave di aria fresca che diede nuovo vigore alla Chiesa
in Cuba, destando in molti una rinnovata coscienza dell’importanza della fede”. E
ricorda come il suo amato predecessore incoraggiò “ad aprire i cuori a Cristo, e,
nello stesso tempo illuminò la speranza e stimolò il desiderio di lavorare con audacia
per un futuro migliore”:
“Uno de los frutos importantes…” “Uno dei
frutti importanti di quella visita – rileva – fu l’inaugurazione di una nuova fase
nelle relazioni tra la Chiesa e lo Stato cubano, con uno spirito di maggiore collaborazione
e fiducia, benché rimangano ancora molti aspetti nei quali si può e si deve avanzare,
specialmente per quanto si riferisce al contributo imprescindibile che la religione
è chiamata a svolgere nell’ambito pubblico della società”. Un contributo, quello della
fede, che a Cuba è legato alla devozione mariana. Nel 400.mo della scoperta dell’immagine
della Vergine della Carità del “Cobre”, Benedetto XVI afferma, dunque, che proprio
questo amore per Maria sostiene la fede e incoraggia “la difesa e la promozione di
ciò che rende degna la condizione umana” e i suoi “diritti fondamentali”.
Nel
suo discorso, il Pontefice non manca infine di soffermarsi sulla crisi economica che
oggi coinvolge tanta parte dell’umanità e che, avverte, è innanzitutto “una profonda
crisi di tipo spirituale e morale”. Una riflessione condivisa dal presidente Raul
Castro che, nel suo saluto al Papa - dopo aver espresso l’onore di riceverlo - ha
criticato i poteri finanziari che affamano i popoli ed ha ribadito la denuncia contro
l’embargo imposto dagli Usa. “La crisi globale – ha detto Castro – ha anche una dimensione
morale”, “la corruzione dalla politica e l’assenza di una vera democrazia sono mali
del nostro tempo”.