200mila persone alla Messa a Santiago di Cuba. Il Papa: quando si estromette Dio,
il mondo diventa inospitale
Duecentomila persone hanno partecipato alla Messa presieduta dal Papa nella Plaza
Antonio Maceo di Santiago di Cuba in occasione del quattrocentesimo anniversario della
scoperta e presenza della venerata immagine della Vergine della Carità del Cobre,
Patrona di Cuba. Presente anche il capo di Stato cubano Raul Castro.
Quando
Dio è estromesso il mondo diventa inospitale Nell’omelia, dedicata al Vangelo
della Solennità dell’Annunciazione, Benedetto XVI ha spiegato il significato del Mistero
dell’Incarnazione, del Dio fatto uomo: “In Cristo – ha detto - Dio è venuto realmente
nel mondo, è entrato nella nostra storia, ha posto la sua dimora in mezzo a noi, adempiendo
così l’intima aspirazione dell’essere umano che il mondo sia realmente una casa per
l’uomo. Al contrario, quando Dio è estromesso, il mondo si trasforma in un luogo inospitale
per l’uomo, frustrando, nello stesso tempo, la vera vocazione della creazione di essere
lo spazio per l’alleanza, per il «sì» dell’amore tra Dio e l’umanità che gli risponde”.
Dio rispetta la libertà dell'uomo Il Papa ha spiegato che il metodo
di Dio è quello della libertà: “Il nostro Dio, entrando nel mondo, ha voluto fare
affidamento sul consenso libero di una sua creatura. Solo quando la Vergine ha risposto
all’angelo: «Ecco sono la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola»
(Lc 1,38), a partire da quel momento, il Verbo eterno del Padre iniziò la sua esistenza
umana nel tempo. E’ commovente vedere come Dio non solo rispetta la libertà umana,
ma sembra averne bisogno. E vediamo anche come l’inizio dell’esistenza terrena del
Figlio di Dio è segnato da un doppio «sì» alla volontà salvifica del Padre: quello
di Cristo e quello di Maria. Questa obbedienza a Dio è quella che apre le porte del
mondo alla verità, alla salvezza. In effetti, Dio ci ha creati come frutto del suo
amore infinito; per questo, vivere secondo la sua volontà è il cammino per trovare
la nostra autentica identità, la verità del nostro essere, mentre allontanarsi da
Dio ci allontana da noi stessi e ci precipita nel vuoto. L’obbedienza nella fede è
la vera libertà”.
Cattolici cubani audaci nell'annuncio del Vangelo Benedetto
XVI ha quindi lodato i cattolici cubani che lavorano con “audacia e abnegazione” in
questo particolare momento storico che sta vivendo il Paese, in modo che “la Chiesa
rifletta sempre più il suo vero volto come luogo nel quale Dio si avvicina e incontra
gli uomini”. Li ha poi incoraggiati a proseguire questa missione “senza timori né
complessi”, seguendo Gesù sulla via della croce e accettando “con pazienza e fede
qualsiasi contrarietà e afflizione”. Il Signore – ha affermato – “ha sconfitto il
potere del male che tutto oscura e ha fatto germogliare un mondo nuovo, il mondo di
Dio, della luce, della verità e della gioia”.
Il matrimonio, cellula fondamentale
della società Infine ha lanciato un appello in difesa del matrimonio e della
“sua altissima missione di essere cellula fondamentale della società”. “Cuba – ha
detto agli sposi cattolici - necessita della testimonianza della vostra fedeltà, della
vostra unità, della vostra capacità di accogliere la vita umana, specialmente la più
indifesa e bisognosa”.
Di seguito il testo dell’omelia del Papa:
Cari
fratelli e sorelle!
Rendo grazie a Dio che mi ha permesso di venire tra voi
e realizzare questo viaggio così desiderato. Saluto Mons. Dionisio García Ibáñez,
Arcivescovo di Santiago di Cuba, ringraziandolo per le sue cortesi parole di accoglienza
a nome di tutti; saluto, allo stesso tempo, i Vescovi cubani e quelli venuti da altri
luoghi, come pure i sacerdoti, i religiosi, i seminaristi e i fedeli laici presenti
a questa celebrazione. Non posso dimenticare quanti non hanno potuto essere qui per
malattia, età o altre ragioni. Saluto inoltre le autorità che hanno voluto gentilmente
accompagnarci.
Questa Santa Messa, che ho la gioia di presiedere per la prima
volta nella mia Visita pastorale a questo Paese, si inserisce nel contesto dell’anno
giubilare mariano, convocato per onorare la Vergine della Carità del Cobre, Patrona
di Cuba, nel quattrocentesimo anniversario della scoperta e presenza della sua venerata
immagine in queste terre benedette. Non ignoro il sacrificio e la dedizione con cui
è stato preparato questo giubileo, specialmente nell’aspetto spirituale. Mi ha riempito
di emozione conoscere il fervore con il quale Maria è stata salutata e invocata da
tanti cubani, nella sua peregrinazione per tutti gli angoli e i luoghi dell’Isola.
Questi
eventi importanti della Chiesa in Cuba vengono illuminati con inusitato splendore
dalla festa che oggi celebra la Chiesa universale: l’Annunciazione del Signore alla
Vergine Maria. In effetti, l’Incarnazione del Figlio di Dio è il Mistero centrale
della fede cristiana, e in esso Maria occupa un posto di prim’ordine. Però, qual è
il significato di questo Mistero? E qual è l’importanza che ha per la nostra vita
concreta?
Vediamo anzitutto cosa significa l’Incarnazione. Nel Vangelo di
san Luca abbiamo ascoltato le parole dell’angelo a Maria: «Lo Spirito Santo scenderà
su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che
nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio» (Lc 1,35). In Maria, il Figlio di
Dio si fa uomo, si compie così la profezia di Isaia: «Ecco, la vergine concepirà e
partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele» (Is 7,14). Sì, Gesù, il Verbo fatto carne,
è il Dio-con-noi, che è venuto ad abitare tra noi e a condividere la nostra stessa
condizione umana. L’apostolo san Giovanni lo esprime nel modo seguente: «E il Verbo
si fece carne, e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). L’espressione «si fece
carne» indica la realtà umana più concreta e tangibile. In Cristo, Dio è venuto realmente
nel mondo, è entrato nella nostra storia, ha posto la sua dimora in mezzo a noi, adempiendo
così l’intima aspirazione dell’essere umano che il mondo sia realmente una casa per
l’uomo. Al contrario, quando Dio è estromesso, il mondo si trasforma in un luogo inospitale
per l’uomo, frustrando, nello stesso tempo, la vera vocazione della creazione di essere
lo spazio per l’alleanza, per il «sì» dell’amore tra Dio e l’umanità che gli risponde.
Così ha fatto Maria, come primizia dei credenti, con il suo «sì» al Signore, senza
riserve.
Per questo, contemplando il Mistero dell’Incarnazione non possiamo
tralasciare di rivolgere i nostri occhi a Lei, per riempirci di stupore, di gratitudine
e d’amore al vedere come il nostro Dio, entrando nel mondo, ha voluto fare affidamento
sul consenso libero di una sua creatura. Solo quando la Vergine ha risposto all’angelo:
«Ecco sono la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38),
a partire da quel momento, il Verbo eterno del Padre iniziò la sua esistenza umana
nel tempo. E’ commovente vedere come Dio non solo rispetta la libertà umana, ma sembra
averne bisogno. E vediamo anche come l’inizio dell’esistenza terrena del Figlio di
Dio è segnato da un doppio «sì» alla volontà salvifica del Padre: quello di Cristo
e quello di Maria. Questa obbedienza a Dio è quella che apre le porte del mondo alla
verità, alla salvezza. In effetti, Dio ci ha creati come frutto del suo amore infinito;
per questo, vivere secondo la sua volontà è il cammino per trovare la nostra autentica
identità, la verità del nostro essere, mentre allontanarsi da Dio ci allontana da
noi stessi e ci precipita nel vuoto. L’obbedienza nella fede è la vera libertà, l’autentica
redenzione, che ci permette di unirci all’amore di Gesù nel suo sforzo di conformarsi
alla volontà del Padre. La redenzione è sempre questo processo di condurre la volontà
umana alla piena comunione con la volontà divina (cfr Lectio divina con i seminaristi
di Roma, 18 febbraio 2010).
Cari fratelli, oggi lodiamo la Vergine Santissima
per la sua fede e con Santa Elisabetta le diciamo anche noi: «Beata colei che ha creduto»
(Lc 1,45). Come dice Sant’Agostino, Maria concepì Cristo prima nel suo cuore con la
fede, che fisicamente nel suo grembo; Maria credette e si compì in Lei ciò che credeva
(cfr Sermo 215, 4: PL 38,1074). Preghiamo il Signore che aumenti la nostra fede, che
la renda attiva e feconda nell’amore. Chiediamogli di essere capaci, come Lei, di
accogliere nel nostro cuore la Parola di Dio e praticarla con docilità e costanza.
La
Vergine Maria, per il suo ruolo insostituibile nel Mistero di Cristo, rappresenta
l’immagine e il modello della Chiesa. Anche la Chiesa, come fece la Madre di Cristo,
è chiamata ad accogliere in sé il Mistero di Dio che viene ad abitare in essa. Cari
fratelli, so con quanto sforzo, audacia e abnegazione lavorate ogni giorno affinché,
nelle circostanze concrete del vostro Paese, e in questo momento storico, la Chiesa
rifletta sempre più il suo vero volto come luogo nel quale Dio si avvicina e incontra
gli uomini. La Chiesa, corpo vivo di Cristo, ha la missione di prolungare sulla terra
la presenza salvifica di Dio, di aprire il mondo a qualcosa di più grande di se stesso,
all’amore e alla luce di Dio. Vale la pena, cari fratelli, dedicare tutta la vita
a Cristo, crescere ogni giorno nella sua amicizia e sentirsi chiamati ad annunciare
la bellezza e la bontà della propria vita a tutti gli uomini, nostri fratelli. Vi
incoraggio nel vostro compito di seminare il mondo con la parola di Dio e di offrire
a tutti l’alimento vero del corpo di Cristo. Nell’approssimarsi della Pasqua, decidiamoci
senza timori né complessi a seguire Gesú nel suo cammino verso la croce. Accettiamo
con pazienza e fede qualsiasi contrarietà o afflizione, con la convinzione che, nella
sua risurrezione, Egli ha sconfitto il potere del male che tutto oscura e ha fatto
germogliare un mondo nuovo, il mondo di Dio, della luce, della verità e della gioia.
Il Signore non smetterà di benedire con frutti abbondanti la generosità del vostro
impegno.
Il Mistero dell’Incarnazione, nel quale Dio si fa vicino a noi, ci
mostra anche la dignità incomparabile di ogni vita umana. Per questo, nel suo progetto
di amore, fin dalla creazione, Dio ha affidato alla famiglia fondata sul matrimonio
l’altissima missione di essere cellula fondamentale della società e vera Chiesa domestica.
Con questa certezza, voi, cari sposi, dovete essere, in modo speciale per i vostri
figli, segno reale e visibile dell’amore di Cristo per la Chiesa. Cuba necessita della
testimonianza della vostra fedeltà, della vostra unità, della vostra capacità di accogliere
la vita umana, specialmente la più indifesa e bisognosa.
Cari fratelli, davanti
allo sguardo della Vergine della Carità del Cobre, desidero fare un appello perché
diate nuovo vigore alla vostra fede, viviate di Cristo e per Cristo, e, con le armi
della pace, del perdono e della comprensione, vi impegnate a costruire una società
aperta e rinnovata, una società migliore, più degna dell’uomo, che rifletta maggiormente
la bontà di Dio. Amen.