Vertice di Seul sul nucleare. Gli Usa auspicano la riduzione degli armamenti
Usa e Cina hanno " un interesse comune" a risolvere le questioni nucleari di Corea
del Nord e Iran. Lo ha detto il presidente americano Barack Obama incontrando a Seul,
per il secondo summit sulla sicurezza nucleare, l’omologo cinese Hu Jintao. Obama,
parlando a margine dei lavori, ha anche proposto a Russia e Cina una nuova riduzione
nell'arsenale di armi nucleari. Nell'agenda dei lavori del summit, oltre all'aggiornamento
delle azioni decise nell'incontro di Washington nel 2010 per prevenire terrorismo
nucleare e garantire la sicurezza del 'materiale atomico', anche l'accelerazione sul
fronte dei nuovi impegni per ridurre la minaccia del terrorismo nucleare e i traffici
illeciti. Massimiliano Menichetti ha sentito Maurizio Simoncelli, dell'Istituto
di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo:
R. – Proporre
un’ulteriore riduzione degli armamenti, alle due grandi superpotenze nucleari come
sono Cina e Russia, mi sembra estremamente importante. Rimangono però due grandi problemi
sulla scena internazionale. Il primo riguarda l’Iran, che dichiara sempre di puntare
al nucleare civile. Il problema è – come sappiamo – che il passaggio dal nucleare
civile all’energia nucleare a scopi militari è relativamente facile. Poi, gli atteggiamenti
aggressivi dell’Iran – quanto meno a livello verbale – nei confronti ad esempio di
Israele, fanno temere qualche cosa di più di ciò che viene dichiarato a voce. L’altro
problema riguarda la Nord Corea, che pur avendo aderito a suo tempo al Trattato di
non proliferazione, essendone uscita successivamente, ha realizzato vere e proprie
armi nucleari, anche se si parla di poche unità. Inoltre, i segnali che la Nord Corea
ha mandato contemporaneamente, sono quelli di aver realizzato dei missili di media
gittata e altri capaci di coprire alcune migliaia di kilometri, che quindi teoricamente,
potrebbero portare alla possibilità di colpire il Giappone o addirittura la Russia
e la Cina che sono vicine.
D. – Ma la Corea del Nord ha aperto agli ispettori
della Aiea in cambio di aiuti…
R. – Il problema è che la Corea del Nord adotta
da tempo una tattica contraddittoria: dichiara di essere pronta a rinunciare al nucleare
militare in cambio di aiuti alimentari – si parlava di 240 mila tonnellate di aiuti
di questo genere – ma contemporaneamente lancia un missile a media gittata. Da tempo,
abbiamo la sensazione che Pyongyang utilizzi l’arma nucleare sul piano economico e
politico soprattutto, vista la situazione di estrema difficoltà che il Paese sta vivendo
dal punto di vista economico. Come sappiamo, la popolazione è in condizioni estremamente
misere. Certamente, il ruolo della Cina e della Russia è fondamentale. E credo sia
per questo che Obama ha voluto chiamarli direttamente in prima persona a intervenire
sul disarmo.
D. – Lei crede che la mediazione, l’influenza di Mosca e Pechino
possano intervenire anche sull’Iran?
R. – Certamente, se ci fosse un’unità
di intenti e non un gioco delle parti di volta in volta da parte delle varie superpotenze,
si potrebbero avere dei risultati decisamente più positivi. Ad esempio, la vicenda
della Siria – tutt’altro scenario – lo indica. La posizione della Russia nei confronti
della Siria ha depotenziato l’azione politica internazionale e questo vale ovviamente
altrettanto per l’Iran. (bi)