2012-03-26 14:32:47

Vertice di Seul sul nucleare. Gli Usa auspicano la riduzione degli armamenti


Usa e Cina hanno " un interesse comune" a risolvere le questioni nucleari di Corea del Nord e Iran. Lo ha detto il presidente americano Barack Obama incontrando a Seul, per il secondo summit sulla sicurezza nucleare, l’omologo cinese Hu Jintao. Obama, parlando a margine dei lavori, ha anche proposto a Russia e Cina una nuova riduzione nell'arsenale di armi nucleari. Nell'agenda dei lavori del summit, oltre all'aggiornamento delle azioni decise nell'incontro di Washington nel 2010 per prevenire terrorismo nucleare e garantire la sicurezza del 'materiale atomico', anche l'accelerazione sul fronte dei nuovi impegni per ridurre la minaccia del terrorismo nucleare e i traffici illeciti. Massimiliano Menichetti ha sentito Maurizio Simoncelli, dell'Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo:RealAudioMP3

R. – Proporre un’ulteriore riduzione degli armamenti, alle due grandi superpotenze nucleari come sono Cina e Russia, mi sembra estremamente importante. Rimangono però due grandi problemi sulla scena internazionale. Il primo riguarda l’Iran, che dichiara sempre di puntare al nucleare civile. Il problema è – come sappiamo – che il passaggio dal nucleare civile all’energia nucleare a scopi militari è relativamente facile. Poi, gli atteggiamenti aggressivi dell’Iran – quanto meno a livello verbale – nei confronti ad esempio di Israele, fanno temere qualche cosa di più di ciò che viene dichiarato a voce. L’altro problema riguarda la Nord Corea, che pur avendo aderito a suo tempo al Trattato di non proliferazione, essendone uscita successivamente, ha realizzato vere e proprie armi nucleari, anche se si parla di poche unità. Inoltre, i segnali che la Nord Corea ha mandato contemporaneamente, sono quelli di aver realizzato dei missili di media gittata e altri capaci di coprire alcune migliaia di kilometri, che quindi teoricamente, potrebbero portare alla possibilità di colpire il Giappone o addirittura la Russia e la Cina che sono vicine.

D. – Ma la Corea del Nord ha aperto agli ispettori della Aiea in cambio di aiuti…

R. – Il problema è che la Corea del Nord adotta da tempo una tattica contraddittoria: dichiara di essere pronta a rinunciare al nucleare militare in cambio di aiuti alimentari – si parlava di 240 mila tonnellate di aiuti di questo genere – ma contemporaneamente lancia un missile a media gittata. Da tempo, abbiamo la sensazione che Pyongyang utilizzi l’arma nucleare sul piano economico e politico soprattutto, vista la situazione di estrema difficoltà che il Paese sta vivendo dal punto di vista economico. Come sappiamo, la popolazione è in condizioni estremamente misere. Certamente, il ruolo della Cina e della Russia è fondamentale. E credo sia per questo che Obama ha voluto chiamarli direttamente in prima persona a intervenire sul disarmo.

D. – Lei crede che la mediazione, l’influenza di Mosca e Pechino possano intervenire anche sull’Iran?

R. – Certamente, se ci fosse un’unità di intenti e non un gioco delle parti di volta in volta da parte delle varie superpotenze, si potrebbero avere dei risultati decisamente più positivi. Ad esempio, la vicenda della Siria – tutt’altro scenario – lo indica. La posizione della Russia nei confronti della Siria ha depotenziato l’azione politica internazionale e questo vale ovviamente altrettanto per l’Iran. (bi)







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