Sul lavoro maggioranza divisa. Cgil: sciopero a maggio
Maggioranza divisa nella valutazione della riforma del lavoro, approvata venerdì dal
Consiglio dei ministri e che nelle prossime settimane approderà all’esame del Parlamento.
La Cgil conferma le dure critiche e lo sciopero generale. Servizio di Giampiero Guadagni
Per la prima volta
dalla nascita del Governo Monti, l’equilibrio all’interno della inedita maggioranza
rischia davvero di spezzarsi. Da una parte il Pdl per il quale la riforma del lavoro
così come approvata dal Governo non si deve toccare. Dall’altra il Pd, che annuncia
battaglia in Parlamento sul disegno di legge. In mezzo l’Udc di Casini che ricorda
come l’emergenza economica non è ancora finita e mettere in crisi il Governo sarebbe
un atto di irresponsabilità. Ci sono poi i partiti di opposizione, Italia dei valori
e Lega, che rilanciano gli attacchi contro l’Esecutivo. Nel merito il motivo del
contendere è come al solito l’articolo 18: in particolare la norma sui licenziamenti
economici, per i quali la riforma prevede che il giudice possa solo decidere l’indennizzo
e non anche il reintegro. Come avrebbe voluto il sindacato. Il leader della Cgil Camusso
è preoccupata anche per la parte della riforma relativa agli ammortizzatori sociali
e fa sapere che lo sciopero generale ci sarà entro maggio. Sciopero non condiviso
dalla Cisl di Bonanni che vede una riforma stretta tra opposti estremismi e sollecita
piuttosto il Governo ad aprire il discorso sulla crescita.