Nella Cattedrale di Pennabilli, il saluto a Tonino Guerra
Oggi a Pennabilli, cittadina emiliana dove viveva, si svolge la cerimonia religiosa
voluta per salutare Tonino Guerra, scomparso il 21 marzo. La funzione si tiene sul
sagrato della cattedrale di Pennabilli, presieduta dal vescovo di San Marino e Montefeltro,
mons. Luigi Negri. Il servizio è di Fausta Speranza:
Tonino Guerra
è stato poeta e sceneggiatore di fama internazionale. Ha dato lustro alla poesia in
dialetto e ha legato il suo nome ai più famosi film di Fellini. Ma ha anche firmato
quadri di valore. Ha ricevuto premi in Francia, negli Stati Uniti, in Russia. Nelle
sue opere artistiche torna il valore della bellezza, che per chi ha avuto il privilegio
di incontrarlo si rivelava anche come tratto dell’anima. Ne abbiamo parlato con mons.
Luigi Negri:
“Credo che la bellezza sia un sentiero che si percorre
ed è un sentiero che finisce in Dio. E’ per questo che la tradizione cristiana dice:
‘la bellezza è lo splendore della verità’. Chi percorre il sentiero, anche per poco,
è certamente un uomo a cui la Chiesa guarda con molto rispetto e che considera in
qualche modo legato a sé. Ogni uomo percorre le beatitudini che può percorrere e Tonino
Guerra ha percorso un buon tratto di beatitudini”.
Uno dei più grandi amici,
il giornalista-scrittore e parlamentare Sergio Zavoli, ha tenuto ieri l’orazione funebre
del poeta a Santarcangelo di Romagna, dove Tonino Guerra era nato nel 1920. “Tonino
- ha detto Zavoli - aveva la capacità di dire cose che un attimo prima non c’erano,
di sfogliare la realtà per arrivare all’essenza come solo i grandi poeti sanno fare”.
Per
il saluto, una gigantografia diTonino Guerracon la scritta ‘la bellezza
ci salverà’ ha accolto la folla di gente arrivata a Santarcangelo di Romagna.Come desiderava Guerra, il monumento al centro della piazza è stato contornato
da un soffice prato verde, su cui è stato adagiato il feretro. Ai lati due mandorli
in fiore, alberi particolarmente amati da Guerra, la cui abitazione a Pennabilli si
chiama proprio ‘La Casa dei Mandorli’. Tonino Guerra “era tutt’uno con questo piccolo
mondo, trasformato nell’universo delle sue poesie, ognuna con infallibile precisione”,
ha affermato commosso Sergio Zavoli. Ha ricordato l’amicizia e l’intesa con Fellini,
espressa al massimo nella collaborazione per il film 'Amarcord', e ha affermato: due
anime nate a pochi chilometri di distanza che hanno incantato il mondo. A proposito
della poesia di Guerra, Zavoli ha parlato di “inevitabile alleanza degli occhi e del
cuore di un poeta che porta i pensieri e le cose a un’altezza sorprendente”. “Tonino
- ha spiegato l'amico di una vita - non amava gli abbandoni crepuscolari, gli ingannevoli
riti del consenso, sapeva fare l’uso appropriato di un’ironia mille miglia lontana
dalle tentazioni melodrammatiche”.