La Veglia dei giovani in attesa della Messa al Parco del Bicentenario
Sull’appuntamento dei messicani col Papa al Parco del Bicentenario di León, il nostro
inviato Giancarlo La Vella ha intervistato padre Jesus Maria dei Missionari
di Cristo Redentore, che ha accompagnato un gruppo di 1.200 pellegrini per partecipare
alla Messa e alla veglia prima in attesa della celebrazione:
R. - Vogliamo
essere vicini al nostro Papa. Il Messico è un Paese con un amore tutto speciale per
il Pontefice. Per noi, poi, è anche un’opportunità per parlare di vocazioni. Sono
130 mila i giovani che hanno partecipato alla veglia di attesa del Pontefice e, quindi,
vogliamo approfittare di quest’opportunità per far conoscere la nostra giovane organizzazione
religiosa, che è stata fondata soltanto 20 anni fa.
D. – Per un giovane che
cosa rappresenta nel mondo di oggi - un mondo fortemente laicizzato e secolarizzato
- la scelta vocazionale, il diventare un sacerdote?
R. – E’ soprattutto un’opportunità
per fare la differenza. Crediamo che anche i giovani abbiano delle aspettative per
un futuro diverso. Noi facciamo questo invito a tutti i ragazzi per far sì che possano
fare la differenza in questo mondo, nonostante le incertezze e le difficoltà. Possiamo
trasmettere la nostra fede a questi giovani, come un incitamento a fare cose diverse,
cose di cui questo mondo ha davvero molto bisogno.
D. – Il Papa ha detto di
avere nel cuore il Messico e la popolazione messicana, che sta soffrendo molto. Fede,
speranza e carità sono la ‘ricetta’ per poter uscire fuori da una situazione difficile:
ma come fare, poi, a mettere concretamente in pratica tale 'ricetta'?
R. –
Crediamo che questa visita in Messico da parte del Sommo Pontefice rappresenti un’opportunità,
per tutti, per ricevere da egli stesso l’invito a riflettere su tutti i temi cui noi
guardiamo, adesso, con grande preoccupazione: pensiamo, ad esempio, all’insicurezza
e alla sofferenza di tante persone che hanno subito violenze; pensiamo alle persone
che lasciano il nostro Paese per cercare una vita diversa. Crediamo che il Sommo Pontefice
conosca questa realtà, che sappia che noi messicani crediamo in Dio e, per noi, qualche
parola di speranza può aiutarci a percorrere il cammino di fede con una forza ed una
coerenza maggiori: non come un rifugio, piuttosto come una risposta sincera alle necessità
di ogni uomo e donna di questo Paese, per poterci incontrare nuovamente. (vv)