Filippine. Chiese e Ong al governo: più impegno sui diritti umani
“La situazione delle violazioni dei diritti umani rimane preoccupante nelle Filippine.
Si registrano diffamazione, molestie, tortura, sfollamento a causa di operazioni militari
e altri trattamenti disumani dei prigionieri politici”: è l’allarme lanciato dal Consiglio
Ecumenico delle Chiese (Cec), in un nota inviata all’agenzia Fides, a conclusione
di un recente incontro tenutosi a Manila con esponenti del governo filippino. Il rev.
Olav Fykse Tveit, segretario generale del Cec, insieme con Hilao Enriquez, presidente
dell’Ong “Karapatan”, impegnata nella difesa dei diritti umani, ha segnalato le persistenti
violazioni dei diritti umani che avvengono in territorio filippino. Hilao-Enriquez
ha ricordato i continui sforzi da parte di chiese e gruppi della società civile nel
chiedere al presidente delle Filippine Benigno Aquino e alla sua amministrazione più
impegno nella tutela della dignità e dei diritti basilari dell’uomo. Gli appelli,
hanno riferito, giungono “soprattutto da giovani, donne e popolazioni indigene” che
vedono i loro diritti violati. Il Segretario generale del Cec ha elogiato lo spirito
delle chiese e delle Ong che operano instancabilmente per la pace e la giustizia nelle
Filippine, rimarcando che “il Dio della vita, ci conduce alla giustizia e alla pace”.
Il Segretario ha sottolineato l'importanza delle chiese asiatiche all’interno del
movimento ecumenico, notando il contributo che offrono, in contesti molto difficili,
a questioni cruciali che toccano i diritti, la dignità umana, le libertà individuali,
la pacifica convivenza. “Il Dio della vita conduce alla giustizia e alla pace” costituirà
il tema ufficiale della prossima Assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese, che
si terrà a Busan, in Corea nel 2013. (R.P.)