2012-03-25 14:09:48

Carità in azione: mensa per i poveri in una parrocchia romana


Prestare attenzione ai fratelli e stimolarsi reciprocamente alla carità e alle opere buone: è il centro del messaggio del Papa ai fedeli in occasione dell’inizio della Quaresima di quest’anno. Un esercizio di carità che nella parrocchia romana di Santa Maria della Provvidenza, nel quartiere Monteverde, prende le forme di una mensa domenicale per i poveri, denominata, appunto, “Mensa della Carità”, in cui sono impegnati molti parrocchiani. Al microfono di Roberta Barbi, il parroco don Alberto Orlando racconta quest’esperienza:RealAudioMP3

R. – Ogni domenica diamo da mangiare a 100-130 persone che non hanno l’occasione del pasto. Organizziamo tre turni da 47, che sono i posti che abbiamo. La scelta del giorno, fare la mensa la domenica, è perché volevamo offrire il pasto della festa, che per queste persone significasse non solo mangiare ma anche trovarsi in famiglia.

D. – Com'è nata l’idea della mensa?

R. - La mensa ha un’origine antica, cioè la missione cittadina di Roma prima del Giubileo. Il Papa ci disse di spingerci fuori dalla parrocchia e noi cominciammo con l’Adorazione Eucaristica. Nel 2004 l’Adorazione Eucaristica è diventata perpetua e da essa è venuta la spinta verso i poveri. Le molte richieste di cibo che ci vennero fatte proprio qui a Roma da tante persone in difficoltà ci hanno fatto aprire la mensa. Abbiamo fatto una proposta ai parrocchiani, c’è stata una riunione con più o meno 70 persone. Abbiamo invitato una responsabile di una mensa della Comunità di Sant’Egidio per poterci guidare nell’inizio. Da lì è partita l’organizzazione. Adesso abbiamo 10 coordinatori e più o meno sono passati di qua più di 100 volontari. Quello che più mi piace è che abbiamo 72 persone o famiglie che ci cucinano a casa, così la cucina è veramente casalinga. Altre 10 persone cucinano il primo in parrocchia in una cucina che abbiamo allestito. I nostri ospiti ci dicono che da noi si mangia bene e alcuni vengono da noi perché si è sparsa la voce.

D. – Chi si occupa ogni domenica del servizio?

R. - Il servizio a tavola viene svolto dai volontari. Abbiamo anche una piccola cassetta di raccolta delle offerte per la mensa, ma devo dire che quasi non riesco a spendere i soldi perché le offerte sono molto generose. Le persone, cucinando a casa, mi offrono tutto.

D. – Il Santo Padre nel messaggio per la Quaresima 2012 invita i fedeli ad ascoltare la voce del Signore che ci chiama a prenderci cura dei fratelli. Pensa che questa esperienza abbia cambiato i parrocchiani che vi sono coinvolti?

R. – L’impostazione di una mensa è quella di una scuola di carità. Nel senso che la cosa primaria è che la nostra parrocchia, la nostra comunità, entri in contatto con i poveri. Una volta un signore ha detto a una signora che aveva fatto la crostata per tutti: lei mi ha fatto felice oggi! La signora ha risposto: sì, ho usato la marmellata fatta in casa e l’ho fatta come la faccio ai miei nipoti ma sentirsi dire “mi hai fatto felice” mi sembra troppo! Ci piace questo contatto tra le persone e i poveri, questo ci fa crescere. Ci siamo accorti in una verifica che gli adulti si sentono molto accolti ma gli adolescenti e i giovani no. Faremo lavori, cercheremo di preparare le persone per poter accogliere i giovani. Questa è l’evoluzione, dall’adorazione all’attenzione ai poveri. Ci sono diverse povertà. Una è quella fisica, del cibo, l’altra è la povertà educativa, dei giovani. (bf)







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