2012-03-24 13:52:18

Romania: marcia per la vita in 17 città contro l’aborto


Oggi in 17 città della Romania si “marcia per la vita”. Il Paese dell’ex cortina di ferro, infatti, dove l’interruzione volontaria di gravidanza fu approvata nel 1958, causando, da allora, più di 22 milioni di aborti, è in testa alla classifica dei Paesi europei con il maggior numero di aborti praticati. Ciò, negli anni, ha causato un preoccupante calo delle nascite che costituisce attualmente il principale fattore di crisi demografica. Per riaffermare il diritto alla vita dei bambini a partire dal concepimento, dunque, come riporta la Zenit, è stata organizzata questa marcia cui hanno aderito anche i vescovi delle chiese cattolica, greco-cattolica, ortodossa bizantina, protestante ed evangelica, che promuove come alternativa all’aborto il sostegno delle donne in crisi e riforme economiche che favoriscano la natalità, oltre a respingere ogni forma di eugenismo e selezione delle nascite. Tra le richieste alla politica delle organizzazioni pro-vita c’è anche la lotta alla pornografia e alla cultura della banalizzazione e della promiscuità della vita sessuale, riconoscendo, invece, il ruolo primario dei genitori nell’educazione dei figli. Ad aggravare la situazione, in Romania come in altri Paesi europei, è in atto il tentativo di legalizzare la produzione di vite in provetta: a questo proposito l’8 marzo scorso la Conferenza episcopale cattolica romena ha inviato una lettera al presidente e alle più alte cariche dello Stato affinché respingano la proposta di legge che prevede la libera fecondazione in vitro con un terzo donatore e la madre surrogata. Tale proposta è “un attacco alla dignità della persona, all’integrità della famiglia e implicitamente una minaccia alla stabilità della società – ha detto mons. Cornel Damian, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Bucarest – il bambino è sempre una persona umana e non può essere considerato un prodotto di laboratorio”. (R.B.)







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