Camerun: arrestato senza motivo un parroco. La Chiesa lancia l’allarme sicurezza
La Chiesa del Camerun è seriamente preoccupata per l’insicurezza crescente nel Paese
e per i sempre più frequenti abusi di potere anche tra le forze di sicurezza. La denuncia
arriva all’agenzia Misna dal cancelliere dell’arcidiocesi di Douala, padre Joseph
Ndoum, che segue la pubblicazione di un documento sul tema firmato dal vicario generale
dell’arcidiocesi, Fidèle Mabegle, che sta avendo una grande risonanza sulla stampa
africana. La lettera aperta, apparsa sul giornale della Conferenza episcopale camerunense,
“L’effort camerounais”, esprime la forte preoccupazione dei vescovi per il destino
di una “terra di pace e rispetto per la dignità umana che si sta trasformando in terra
di nessuno dove l’impunità genera insicurezza e lascia la porta aperta ad abusi di
potere e ingiustizie”. Dal giugno 2010, infatti, circa 12 parrocchie sono state attaccate
e derubate a Douala: perciò il clero della città chiede una maggiore responsabilità
delle forze di sicurezza e punta il dito contro “il silenzio di alcune autorità pubbliche
che non conoscono i fatti o rimangono indifferenti”. L’iniziativa è nata in seguito
all’arresto arbitrario, a fine gennaio, di padre François Marie Gnammi Kasco, parroco
in una chiesa vicino all’aeroporto di Douala, prelevato da due gendarmi con l’accusa
di “manipolazione spirituale” ai danni di una studentessa, e condotto a Yaoundé senza
alcun mandato ufficiale e dove avrebbe subito maltrattamenti. Dopo l’interessamento
dell’arcivescovo di Douala, mons. Samuel Kleda, il sacerdote è stato rilasciato, ma
il suo caso è solo “la punta dell’iceberg – sostiene padre Ndoum – come lui tanti
civili anonimi vengono trattati allo stesso modo”. A due mesi da questa vicenda, infine,
ancora nessuna sanzione è stata stabilita dal governo per i colpevoli dell’abuso.
(R.B.)