La Chiesa australiana a sostegno delle ricerca sulle cellule staminali adulte
Due ricercatori australiani del Royal Prince Alfred Hospital - il professore John
Rasko e la dottoressa Janet Macpherson – hanno ottenuto da parte dell’arcidiocesi
di Sidney un sussidio pari a centomila dollari per finanziare un progetto di ricerca
sull’uso medico delle cellule staminali adulte, che sono ritenute eticamente accettabili,
a differenza dell’uso delle staminali embrionali. A conferire il riconoscimento -
scrive l’Osservatore Romano – il cardinale George Pell, arcivescovo di Sydney, che
ha affermato che il progetto “potrebbe rivoluzionare il trattamento di tutta una serie
di malattie, si tratta di una delle meravigliose strade della ricerca che ci viene
aperta dalle cellule staminali adulte, nella speranza della guarigione”. E’ il quinto
finanziamento promosso dalla Chiesa cattolica. L’ultimo bando era stato aperto nel
2011. La possibilità di utilizzare il finanziamento è strettamente legata al rispetto
di precisi parametri, stabiliti nel “Code of Ethical Standards for Catholic Health
and Aged Care Services”. In particolare occorre rispettare la dignità delle persone
e avere come obiettivo costante il servizio al bene comune. Nel testo è anche evidenziato
che la ricerca medica che coinvolge gli embrioni o i feti vivi può essere svolta solo
“in vivo” e quando vi è una certezza morale di non causare danni alla vita o all’integrità
dell’embrione o del feto. Per la Chiesa — si osserva dall’arcidiocesi di Sydney —
l’uso di embrioni in eccedenza per ricerche scientifiche costituisce un atto orientato
alla distruzione della vita, anche se si tratta appunto di embrioni che non hanno
possibilità di essere impiantati. La ricerca sulle staminali embrionali, che comporta
evidenti problemi di carattere etico non presenta, dal punto di vista dell’applicazione
terapeutica, nessun vantaggio dimostrato rispetto a quella sulle staminali adulte,
che non suscita gli stessi interrogativi morali. Il cardinale Pell ha inoltre rivolto
auguri di successo ai due ricercatori, sottolineando l’innovazione del loro percorso
di ricerca. Dal 2003 — spiegano dall’arcidiocesi — sono aumentate in maniera considerevole
le domande da parte dei ricercatori australiani per ottenere sovvenzioni a sostegno
della ricerca sulle cellule staminali adulte. Questi finanziamenti hanno aiutato diversi
team di ricerca a capire la biologia delle cellule staminali adulte e la loro applicazione
clinica nelle persone con lesioni del midollo spinale, con disturbi cerebrali, malattie
come la schizofrenia, il morbo di Parkinson, malattia del motoneurone, sclerosi multipla
e varie forme di cancro. L’obiettivo finale è che la medicina rigenerativa possa utilizzare
le cellule staminali del paziente stesso per una terapia a lungo termine.