Approvato dal Consiglio dei ministri il ddl di riforma del mercato del lavoro
Al termine di una riunione durata oltre cinque ore, il Consiglio dei Ministri ha approvato,
salvo intese, il disegno di legge di riforma del mercato del lavoro. La palla passa
dunque al Parlamento. Per il capo dello Stato Napolitano la riforma è necessaria e
non aprirà le porte ai licenziamenti facili. Servizio di Giampiero Guadagni
Lungamente
attesa dal Paese, fortemente auspicata dall'Europa, e per questo discussa con le Parti
sociali. Così il Governo presenta la riforma del mercato del lavoro varata dal Consiglio
dei ministri nella forma di disegno di legge. Dunque il Parlamento avrà modo di discutere
e apportare modifiche, così come aveva chiesto il capo dello Stato Napolitano, per
il quale la riforma è necessaria e non provocherà, come qualcuno teme, una valanga
di licenziamenti. Il problema occupazione, afferma infatti Napolitano, sta nella crisi
delle aziende e non nell'articolo 18. Articolo 18 che continua ad essere il vero nodo
della riforma. Nonostante il pressing dei sindacati, il Governo ha ribadito che per
i licenziamenti per motivi economici il datore di lavoro può essere condannato solo
al pagamento di un'indennità. Tuttavia sarà riservata particolare attenzione all’intento
di evitare abusi. La decisione del Governo è condivisa da Pdl e Terzo Polo, non convince
invece il Pd. Ma nella riforma c’è naturalmente altro: la valorizzazione dell’apprendistato,
il rafforzamento e l’estensione degli ammortizzatori sociali, costi maggiorati a carico
delle imprese per i contratti a termine.