Il killer di Tolosa ancora sotto assedio. Sarkozy: “deve essere catturato vivo”
A Tolosa prosegue l’assedio a Mohamed Merah il killer della scuola barricato da ieri
nella sua abitazione. Nella notte si sono avvertite tre forti esplosioni espedienti,
precisano le forze di polizia, per aumentare la pressione sul 24enne, poi lo sfondamento
delle porte e delle finestre dell'appartamento, ma il killer rifiuta di arrendersi.
Il presidente Sarkozy ha precisato: “deve essere catturato vivo”. Da Parigi, ci riferisce
Francesca Pierantozzi:
I gravi fatti
di sangue di Tolosa hanno fatto crescere l’allarme antisemitismo in Francia, tanto
che il ministro degli esteri, Juppé, ha dichiarato che la Francia è determinata a
contrastare questo insopportabile fenomeno. Intanto, alcuni siti Internet antisemiti
hanno intensificato le azioni offensive nei confronti anche della comunità ebraica
in Italia. A Stefano Gatti, della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea
(Cedec), Stefano Leszczynski ha chiesto quanto sia grave il fenomeno dell’antisemitismo
in Europa:
R. – Nel corso
degli ultimi anni – direi nel corso dell’ultimo decennio – l’antisemitismo è diventato
un problema globale. Gli atti di antisemitismo, gli episodi violenti, si sono moltiplicati
nel corso degli ultimi anni, tant’è che nel 2009 – fine 2008 inizio 2009 – si è raggiunto
il picco di episodi di antisemitismo, circa 1200 nel mondo. Bisogna tener conto che
la quasi totalità degli episodi di antisemitismo ha luogo in tre Paesi: Regno Unito
(Gran Bretagna), Francia e Canada.
D. – Perché nel 2012, in uno spazio come
quello dell’Unione Europea, ancora si verificano episodi di questo tipo?
R.
– La situazione è estremamente complessa. Il maggior numero di episodi di antisemitismo
sono avvenuti nel 2002, 2008, 2009 e 2010, in coincidenza con i problemi in Medio
Oriente: la seconda Intifada, 2008/2009 l'Operazione "Piombo Fuso", 2010 l'incidente
della Mavi Marmara: in coincidenza con questi episodi, si scatena l’antisemitismo.
Adesso invece si è notato – secondo studi abbastanza recenti – che l’antisemitismo
è diventato un qualcosa di strutturato, che non ha più bisogno di un elemento scatenante
e ormai, più o meno, nel mondo ci sono, a parte i picchi, 500/600 episodi di antisemitismo
l’anno.
D. – L’antisemitismo ha poi questa forma forse più subdola, che è l'antisemitismo
“intellettuale”…
R. – Questo pregiudizio antiebraico è una cosa ancora più
articolata. Una cosa sono gli episodi, ma quest’ultimo è più difficile da monitorare
e sempre più radicato. Lo abbiamo constatato dagli studi che stiamo facendo noi dell’Osservatorio
sull’Antisemitismo: si è formato un clima culturale diverso, che ha reso possibile
atteggiamenti e affermazioni inammissibili fino a qualche anno fa. Si è creato un
clima favorevole in Italia, ma anche in altri Paesi europei. L’antisemitismo è appunto
un fenomeno globale.
D. – Avete notato se è un fenomeno legato a determinate
formazioni politiche, o è un fenomeno più diffuso?
R. – Chi ha una visione
del mondo antisemita rimane una minoranza. Però, ormai, elementi di pregiudizio antiebraico
si trovano all’interno sia dell’estrema destra che dell’estrema sinistra. Temi antisemitici,
antisionisti e negazionisti si trovano ad ampio raggio. Non è più una caratteristica
della destra radicale, del neonazismo.
D. – Il contrasto al fenomeno come si
può articolare per essere efficace?
R. – Credo che l’aspetto educativo rimanga
quello fondamentale. Ci vuole però anche un aspetto repressivo, che è forse anche
quello più facile. Ovviamente, bisogna contrastare fenomeni di odio – tipo l’odio
in rete – però l’aspetto educativo rimane il fondamentale.
D. – C’è anche una
responsabilità da parte forse di alcuni esponenti pubblici, a volte uomini politici,
che parlano a sproposito di determinati argomenti…
R. – Assolutamente, nel
senso che i pregiudizi, gli stereotipi antiebraici sono presenti anche nei discorsi
comuni, talvolta nei discorsi pubblici di uomini politici e dei giornalisti. Ci vorrebbe
quindi maggior cautela. (cp)