2012-03-21 13:58:46

India: solidarietà della Chiesa di Orissa agli italiani rapiti


“Auspico una pronta risoluzione per il bene degli ostaggi e per la pace nella nostra regione”: ad esprimere attraverso l’agenzia Misna sincera solidarietà per la sorte degli italiani Paolo Bosusco e Claudio Colangelo è mons. John Barwa, arcivescovo di Cuttak-Bhubaneswar, nello Stato orientale dell’Orissa. Mons. Barwa spiega di essere dispiaciuto e di trovarsi a Bombay da dove lancia un appello “per l’immediata liberazione dei due ostaggi italiani”. Anche le suore di Madre Teresa a Kandhamal chiedono la liberazione dei due italiani rapiti in Orissa: "Noi, Missionarie della Carità, impegnate a servire i più poveri tra i poveri in Kandhamal, - scrivono - chiediamo a voi, nostri cari fratelli e sorelle che tengono in ostaggio i due turisti italiani, di rilasciarli senza condizioni”. Le suore sottolineano che “le famiglie dei rapiti e i loro amici stanno soffrendo in modo terribile”. Rapiti il 14 marzo nell’area di Kandhmal-Ganjam da un presunto gruppo di esponenti della ribellione maoista naxalita cui fa capo ‘Sunil’ Sabiryasachi Panda, i due italiani “stanno bene e sono trattati bene”, secondo un nuovo messaggio audio dei rapitori il cui contenuto è stato divulgato in queste ore dai media. Le autorità dello Stato dell’Orissa si sono dette sin dall’inizio pronte al dialogo con la ribellione maoista per una pacifica risoluzione della vicenda. Si attende l’avvio di trattative su 13 richieste rivolte dai sequestratori ai dirigenti locali, tra cui la liberazione di leader maoisti detenuti e il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni rurali autoctone. La Misna ricorda che l’insurrezione naxalita nacque nel 1967 nel villaggio di Naxalbari nel Bengala occidentale e si espanse negli anni successivi negli Stati dell’Orissa, del Bihar e dell’Andhra Pradesh, fino alla repressione con una massiccia campagna militare e paramilitare nel 1972. Il movimento di ispirazione maoista si è successivamente diviso in una quarantina di correnti, alcune delle quali hanno ripreso ad agire tra gli anni ’80 e ’90, in particolare nell’Andhra Pradesh. Dal 2004, le due principali fazioni – il ‘Peoples War Group’ e il ‘Maoist Communist Center’ – hanno formato il ‘Communist Party of India-Maoist’ (Cpi-M), al quale sono stati attribuiti oltre 2000 attacchi e 1200 vittime nel 2010. Gli analisti fanno notare che le aree in cui operano i guerriglieri sono diventate nel corso degli anni al centro di interessi per lo sfruttamento minerario (ferro, alluminio, carbone), per le terre e per progetti idroelettrici. La risposta all’insurrezione naxalita è prevalentemente affidata ai governi locali. (F.S.)







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