2012-03-21 16:10:21

Il dramma di Tolosa, specchio di sentimenti antisemiti tuttora diffusi in Occidente


I gravi fatti di sangue di Tolosa hanno fatto crescere l’allarme antisemitismo in Francia, tanto che il ministro degli esteri, Juppé, ha dichiarato che la Francia è determinata a contrastare questo insopportabile fenomeno. Intanto, alcuni siti Internet antisemiti hanno intensificato le azioni offensive nei confronti anche della comunità ebraica in Italia. A Stefano Gatti, della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (Cedec), Stefano Leszczynski ha chiesto quanto sia grave il fenomeno dell’antisemitismo in Europa:RealAudioMP3

R. – Nel corso degli ultimi anni – direi nel corso dell’ultimo decennio – l’antisemitismo è diventato un problema globale. Gli atti di antisemitismo, gli episodi violenti, si sono moltiplicati nel corso degli ultimi anni, tant’è che nel 2009 – fine 2008 inizio 2009 – si è raggiunto il picco di episodi di antisemitismo, circa 1200 nel mondo. Bisogna tener conto che la quasi totalità degli episodi di antisemitismo ha luogo in tre Paesi: Regno Unito (Gran Bretagna), Francia e Canada.

D. – Perché nel 2012, in uno spazio come quello dell’Unione Europea, ancora si verificano episodi di questo tipo?

R. – La situazione è estremamente complessa. Il maggior numero di episodi di antisemitismo sono avvenuti nel 2002, 2008, 2009 e 2010, in coincidenza con i problemi in Medio Oriente: la seconda Intifada, 2008/2009 l'Operazione "Piombo Fuso", 2010 l'incidente della Mavi Marmara: in coincidenza con questi episodi, si scatena l’antisemitismo. Adesso invece si è notato – secondo studi abbastanza recenti – che l’antisemitismo è diventato un qualcosa di strutturato, che non ha più bisogno di un elemento scatenante e ormai, più o meno, nel mondo ci sono, a parte i picchi, 500/600 episodi di antisemitismo l’anno.

D. – L’antisemitismo ha poi questa forma forse più subdola, che è l'antisemitismo “intellettuale”…

R. – Questo pregiudizio antiebraico è una cosa ancora più articolata. Una cosa sono gli episodi, ma quest’ultimo è più difficile da monitorare e sempre più radicato. Lo abbiamo constatato dagli studi che stiamo facendo noi dell’Osservatorio sull’Antisemitismo: si è formato un clima culturale diverso, che ha reso possibile atteggiamenti e affermazioni inammissibili fino a qualche anno fa. Si è creato un clima favorevole in Italia, ma anche in altri Paesi europei. L’antisemitismo è appunto un fenomeno globale.

D. – Avete notato se è un fenomeno legato a determinate formazioni politiche, o è un fenomeno più diffuso?

R. – Chi ha una visione del mondo antisemita rimane una minoranza. Però, ormai, elementi di pregiudizio antiebraico si trovano all’interno sia dell’estrema destra che dell’estrema sinistra. Temi antisemitici, antisionisti e negazionisti si trovano ad ampio raggio. Non è più una caratteristica della destra radicale, del neonazismo.

D. – Il contrasto al fenomeno come si può articolare per essere efficace?

R. – Credo che l’aspetto educativo rimanga quello fondamentale. Ci vuole però anche un aspetto repressivo, che è forse anche quello più facile. Ovviamente, bisogna contrastare fenomeni di odio – tipo l’odio in rete – però l’aspetto educativo rimane il fondamentale.

D. – C’è anche una responsabilità da parte forse di alcuni esponenti pubblici, a volte uomini politici, che parlano a sproposito di determinati argomenti…

R. – Assolutamente, nel senso che i pregiudizi, gli stereotipi antiebraici sono presenti anche nei discorsi comuni, talvolta nei discorsi pubblici di uomini politici e dei giornalisti. Ci vorrebbe quindi maggior cautela. (cp)







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