2012-03-21 14:01:00

Ecuador: 15 mila bambini costretti a lavorare a Quito


“Se non lavoro papà mi punisce”: è questa la realtà di oltre 15 mila bambini della capitale dell’Ecuador, Quito, sfruttati come venditori ambulanti per le strade della città. Secondo l’Instituto de la Niñez y la Familia (Infa), il 63% di questi minori lavora oltre 40 ore alla settimana. Come spiega l’agenzia Fides, dietro a questa realtà si celano problemi di maltrattamento in famiglia e da parte delle mafie che obbligano i piccoli a vendere caramelle, fiori, cd, a suonare strumenti come chitarra, flauto o armonica, o a fare i giocolieri agli angoli delle strade o sugli autobus. Nonostante l’articolo 136 del Codice del Lavoro preveda 15 anni come età minima per iniziare a lavorare nel Paese, i bambini iniziano a farlo da quando ne hanno 5. Il 90% dei bambini non vive neanche a Quito ma arriva dalle altre provincie. I bambini costretti al lavoro vengono lesi nella loro dignità, oltre a vedere pregiudicato il loro sviluppo fisico e psicologico. In alcuni casi i minori vengono sfruttati per caricare e scaricare materiali pesanti, generi alimentari e legname. Secondo enti locali, i bambini racimolano tra i 12 e i 68 dollari al giorno, con un reddito mensile tra 100 e 1800 dollari, denaro che non rimane a loro ma viene consegnato ai loro sfruttatori. (F.S.)







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