2012-03-20 14:33:17

Strage di Tolosa: un minuto di silenzio nelle scuole francesi. A Gerusalemme i funerali delle vittime


Con un minuto di silenzio tutte le scuole della Francia alle 11 si sono unite all’omaggio che la città di Tolosa ha reso alle vittime della strage di ieri nella scuola ebraica, in cui sono rimasti uccisi un insegnante e tre bambini. Tantissima gente nella mattinata è sfilata nel cortile del Capitole, il Campidoglio della cittadina nel sud-ovest della Francia. Il presidente Sarkozy ha dichiarato che si farà tutto il possibile per prendere l'autore del massacro. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

Si svolgeranno domani a Gerusalemme i funerali dell’insegnante di religione, dei suoi due figli e della figlia del direttore della scuola ebraica uccisi ieri a Tolosa. Le salme, trasferite a Parigi - ad accoglierle il presidente Sarkozy - partiranno oggi stesso per Gerusalemme. intanto, le forze dell’ordine sono mobilitate al livello più alto, con il codice antiterrorismo, per bloccare il killer che ha fatto strage nella scuola e che con tutta probabilità è la stessa persona che qualche giorno fa ha ucciso tre militari, tutti musulmani, sempre a Tolosa. E a sottolineare l’impegno delle autorità, la presidenza fa sapere che il ministro dell'Interno, Claude Gueant, rimarrà a Tolosa fino a quando la missione sarà compiuta. Resta lo sconcerto registrato a livello internazionale. Ancora presto per fare un’analisi di quanto accaduto, come spiega, nell’intervista di Fabio Colagrande, Victor Magiar, consigliere della Comunità ebraica di Roma e assessore alla cultura dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane:RealAudioMP3

R. - Io direi che l’esperienza ci insegna che dobbiamo essere prudenti ed aspettare, prima di abbandonarsi ad analisi un po’ complesse. Aspettare lo sviluppo delle indagini e capire da quale mondo arriva questo attacco. Rimane il fatto che, particolarmente in Francia, ma generalmente in Europa, esiste oggi una pericolosa saldatura tra ambienti abbastanza pericolosi, ma molto lontani tra loro. Quindi c’è una saldatura tra un certo islamismo radicale, movimenti di estrema destra e addirittura -nel pregiudizio e nella lotta contro Israele- alcuni di estrema sinistra. Ci sono dei siti dove si incontrano queste tre anime. Devo dire che in un’Europa disordinata e presa dalla crisi, fenomeni di questo tipo, possono anche trovare seguito. Sono preoccupato per il futuro, perché non penso che questi episodi siano episodi nell’insieme isolati. Se un individuo può compierli da solo, probabilmente altri emuleranno tale gesto.

D. - Qual è la strategia educativa, culturale per contrastare fenomeni come questi?

R. - In realtà si potrebbero fare tante cose. Penso a quello che possiamo fare noi e con noi intendo il modo ebraico e le comunità ebraiche italiane. Da anni siamo impegnati in uno sforzo di relazione con le altre culture, con le altre minoranze e con il resto della società civile per promuovere la conoscenza e i momenti di incontro. Le nostre istituzioni, in diverse occasioni, si sono mosse in questo senso. Abbiamo inventato una bellissima giornata della cultura ebraica che si svolge a settembre in tutta Europa, in Italia sono più di 60 le città coinvolte, organizziamo occasioni di incontro… Cerchiamo soprattutto di spiegare, di dare l’immagine dell’ebraismo che poi è un’immagine positiva e solare. Però quando si combatte con il pregiudizio, bisogna sapere che la battaglia è abbastanza disperata, perché se uno ha in testa delle idee “strane”, è difficile smontarle. Noi dobbiamo avere l’onesta intellettuale di dirci che esistono dei pezzi di società malata che vivono di questo pregiudizio. Dobbiamo essere uniti nel combatterlo. Secondo me, la cosa più importante, è che si spieghi e che ci spieghiamo, che il fronte delle opinioni diverse ma democratiche, possano e debbano lavorare assieme per contenere tutte quelle opinioni e quelle espressioni “non gentili” di prepotenza, di predominio che ancora esistono nella società europea.

D. - A prescindere da quanto ci diranno gli inquirenti su quanto accaduto a Tolosa, lei ci dice che però c’è una sottovalutazione dell’antisemitismo..

R. - C’è una sottovalutazione. Il pregiudizio anti-ebraico è sempre diverso nel tempo. Oggi c’è una nuova composizione di questo pregiudizio che assume una forma politica più che razzista, come ad esempio è stato nello scorso secolo. Il tema dell’avversione agli ebrei, oppure il tema dell’avversione allo Stato degli ebrei, è il collante di tutte queste forze politiche e sociali intolleranti. La cartina di tornasole, in qualche modo, è avere un’idea degli ebrei come una minoranza minacciosa: vedere Israele come uno Stato minaccioso, magari razzista, è la più grande manipolazione. È importante capire che nell’era della globalizzazione, il tema della convivenza e del rispetto delle minoranze -perché siamo tutti ormai minoranze nel mondo- è la cartina di tornasole del nostro grado di civiltà. (bi)







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