Primo Forum per la Riconciliazione del popolo coreano
Esplorare prospettive, speranze e azioni per mettere in moto la riconciliazione del
popolo coreano e la riunificazione delle due Coree: è l’obiettivo del “Primo Forum
per la Riconciliazione”, lanciato dalla “Commissione per la Riconciliazione del popolo
coreano”, in seno alla Conferenza episcopale della Corea, presieduta da mons. Lucas
Kim Woon-hoe. Come riferito all’Agenzia Fides dalla Commissione, il Forum intende
“aiutare la comprensione pubblica, preparandola alla riunificazione”, modulando con
maggiore efficacia i movimenti per la riconciliazione e l'unità del popolo coreano,
nonché gli aiuti umanitari verso il Nord. In un incontro tenutosi nei giorni scorsi,
il Forum ha affrontato tre temi specifici: il processo di successione del potere in
Corea del Nord, il cambiamento di atteggiamento della Corea del Nord, le relazioni
internazionali di Kim Jong-un, in special modo il rapporto con la Cina. Peter Lim
Eul-chul, professore all'Istituto per gli Studi dell'Estremo Oriente della “Kyungnam
University”, ha sottolineato le caratteristiche della successione di potere di Kim
Jong-un: la rapida successione, l’idolatria di massa, il ripercorrere le orme paterne.
Lim ha previsto che Kim Jong-un rafforzerà la collaborazione economica con la Russia
e la Cina per far fronte alle sanzioni della comunità internazionale. Hellen Im Soon-hee,
ricercatrice dell'Istituto nazionale per l'unificazione della Corea, ha detto che
nel popolo nordcoreano l'orgoglio nazionale e la fiducia nel leader sembrano indebolirsi,
soprattutto a causa delle difficoltà economiche. Questo fatto può generare una visione
positiva della società e della cultura sudcoreana e la necessità di aprirsi al mondo
esterno. Secondo John Lee Young-hun, ricercatore all’Istituto “Supex Management”,
la cooperazione economica tra Nord e Sud Corea non dà un grande contributo a migliorare
la situazione economica della Corea del Nord. Secondo il ricercatore, nei prossimi
mesi Pyongyang punterà a rafforzare il rapporto e il sostegno della Cina, in uno scambio
che rifletta un interesse non solo economico, ma anche politico e militare.