Battaglia di Anghiari, il gioco non vale la candela
"Può benissimo darsi
che sotto lo strato dell’opera del Vasari ci sia qualche resto di un’opera di Leonardo,
ma ciò che oggi si potrebbe trovare non è certamente il concetto di Leonardo nella
sua forma originaria. Anzi, si può supporre che gli effetti di degrado avvenuti subito
dopo la realizzazione, siano peggiorati con il passaggio del tempo. Vale dunque la
pena togliere un fastoso, anche noioso se vogliamo, affresco vasariano, che tuttavia
fa parte di un grandioso programma decorativo? Io ho dei dubbi che possa valerne
la pena". L'opinione è dello storico dell'arte mons. Timothy Verdon, direttore
dell'Ufficio di Arte Sacra e Beni Culturali Ecclesiastici della diocesi di Firenze.
"Noi oggi - avverte Verdon - anche attraverso l'industria delle mostre, diventata
quasi ossessiva (si fanno mostre a destra e a sinistra molto spesso senza un piano
scientifico adeguato), tendiamo ad idolatrare i nomi degli artisti. In questo
caso il nome è illustre ma rischiamo di scoprire qualcosa che può essere là, ma totalmente
illegibile, se non completamente rovinata da non esistere più in quanto opera d’arte.
Si andrebbe a distruggere l’effetto globale del Salone di Palazzo Vecchio, che è uno
dei capolavori del decorativismo manieristico fiorentino del secondo ‘500. Insomma
- precisa ancora Verdon - mi pare che il gioco non valga la candela. Imparare molte
cose su Leonardo, posto che ci sia un’opera intera sotto quella del Vasari, a costo
di compromettere un’altra opera di grande valore (che non ha il lustro del nome quasi
magico di Leonardo, ma che comunque è parte integrante di un insieme decorativo assolutamente
brillante) mi sembra peccato. Nell’incertezza io – forse per l’età che ho, forse per
la condizione sociale di essere sacerdote – preferisco la prudenza". Mons. Verdon
spiega che anche se ci fosse la sicurezza di trovare un’opera integra di Leonardo,
preferirebbe spronare gli scenziati a scoprire un modo di asportare la pellicola dipinta
dalla parete. "Il mondo scientifico deve sapere e vuole sapere, quindi anch’io mi
auguro la pubblicazione dei risultati, qualsiasi essi siano", conclude Verdon. "C’è
da dire che le difficili scelte che riguardano le condizioni definitive delle opere
per fortuna non sono lasciate nelle mani dei soli studiosi, la cui legittima curiosità
e il comprensibile entusiasmo potrebbero non portare a non tenere in debito conto
altre considerazioni. Anch’io sono studioso ma mi rendo conto che devo convivere in
questa repubblica delle grandi opere in cui il ruolo degli studiosi è fondamentale
come è nello stesso tempo fondamentale il ruolo dei conservatori e di coloro ai quali
sono affidate le stesse opere d’arte". Nel programma potete ascoltare la
replica del Prof. Maurizio Seracini, che sta guidando il team di ricercatori sulla
Battaglia di Anghiari. Poi la presentazione della Giornata Mondiale della Poesia che
si celebra il 21 marzo. Con noi il poeta e drammaturgo Roberto Mussapi e il Presidente
della Commissione Nazionale italiana dell'UNESCO Giovanni Puglisi. (di Antonella
Palermo)