2012-03-19 14:21:57

Lettera aperta all’Onu: interventi mirati per i diritti dei bambini di strada


Esperti di tutto il mondo sollecitano l’Onu a porre la dovuta attenzione “al tema dei diritti economici, sociali e culturali” dei bambini di strada. In una Lettera aperta – inviata all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Navanethem Pillay – 74 studiosi ed esponenti della società civile propongono un diverso approccio alla materia. La missiva è stata redatta a margine dell'Assemblea Onu sui diritti umani, in corso a Ginevra dal 27 febbraio al 23 marzo. In questo ambito, è stato infatti presentato il “Rapporto mondiale sui bambini/e che lavorano e vivono in strada”. I firmatari – coordinati da Cristiano Morsolin per l’America Latina e da Antonella Invernizzi e Brian Milne per Europa, l’Africa e l’Asia – esprimono preoccupazione rispetto i contenuti dello studio e suggeriscono di adottare “un campione più ampio e meglio strutturato”, per adottare “politiche valide ed efficaci così come azioni per promuovere i diritti dei bambini” di strada. Gli esperti lamentano che lo studio dell’Onu analizzi solo gli anni dal 2000 al 2010, tralasciando la produzione accademica precedente e proponendo un approccio “schiacciato dalla prospettiva protezionista e/o assistenzialista”, invece che poggiare su “una visione inclusiva”. Tra i firmatari della Lettera, il rettore dell’Università Politecnica Salesiana dell’Ecuador, don Javier Herran, e il prof. Rene Unda, coordinatore del Master sull’infanzia nello stesso Ateneo, dove insegna anche Cristiano Morsolin. All’inizativa ha aderito in Italia il Coordinamento di associazioni di Solidarietà e Cooperazione Internazionale. “L'eliminazione di questo fenomeno – dichiara il presidente del Cipsi Guido Barbera – è una sfida enorme”, “che richiede interventi a 360 gradi, di socializzazione, aiuti economici alle famiglie, educazione primaria gratuita ecc.”. “Esistono – spiega Barbera – tanti punti di vista” sulla vita dei bambini di strada. Dunque, “non ci devono essere barriere teoriche e concettuali per la costruzione di un quadro flessibile di riferimento'', dove esperti del mondo universitario, delle associazioni specializzate della società civile e delle agenzie Onu possano lavorare insieme. Per questo “i firmatari della lettera – conclude Barbera – ritengono necessario andare avanti in questa direzione''. (A cura di Roberta Gisotti)







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