2012-03-19 15:08:13

Dove vanno a finire i soldi che depositiamo in banca? Iniziativa di Banca Etica


“Non Con I Miei Soldi” è una iniziativa di Banca Etica che chiede assoluta trasparenza nella gestione del denaro che i cittadini depositano negli istituti di credito e presso gli operatori specializzati. Massimo Pittarello ha chiesto ad Andrea Baranes, presidente della Fondazione Culturale Responsabilità Etica, di spiegare le ragioni di questa campagna: RealAudioMP3

R. - Interrogarsi ed interrogare sull’uso fatto del nostro denaro, su quanto i nostri soldi troppo spesso – quando li depositiamo in banca, o tramite un gestore – vanno ad alimentare la speculazione finanziaria, vanno ad alimentare operazioni dubbie. In qualche modo noi finiamo per essere oltre che vittime di questa crisi, anche complici inconsapevoli. Quindi l’idea della campagna, iniziamo a comprendere e a chiedere come vengono utilizzati i nostri soldi una volta che vengono canalizzati nei circuiti della finanza.

D. – In cosa è differente Banca Etica rispetto alle altre banche più tradizionali?

R. – Una delle differenze sostanziali è appunto, che Banca Etica garantisce trasparenza: andando sul sito, chiunque può vedere tutti i finanziamenti che sono stati concessi ad associazioni e organizzazioni cooperative e questi finanziamenti vengono erogati unicamente alle energie rinnovabili, al commercio equo e solidale, all’agricoltura biologica, alla cooperazione sociale. Quindi è un modo perché i nostri soldi contribuiscono al bene comune, e soprattutto Banca Etica dà la possibilità effettivamente di verificare come vengono impiegati i nostri risparmi.

D. – L’economia cooperativa – che in qualche modo è sostenuta sia da questa iniziativa che in generale da Banca Etica – può superare o comunque fare da contraltare al capitalismo esasperato?

R. – Sì, in qualche modo già lo sta facendo, è una risposta alla crisi ma - più che di economia ed oltre l’economia in forma cooperativa – si può parlare di economia civile o sociale cioè di forme di economia alternative a quella dominante, che sono finalizzate unicamente al massimo profitto, in cui si riscoprono qual è la dimensione ambientale, qual è la dimensione sociale. In una parola, gli impatti non economici di tutte le azioni economiche.

D. – Un presidente americano, John Fitzgerald Kennedy, diceva che il Prodotto interno lordo di un Paese può misurare tutto, tranne quello che merita davvero di essere misurato. Forse con questa campagna, avete l’impressione che ci siano segmenti di mercato o parti della società, che rispondano più immediatamente a queste proposte, a queste problematiche?

R. – Diversi settori di mercato stanno rispondendo: Banca Etica in qualche modo è in crescita, malgrado la crisi - bancaria e finanziaria - Banca Etica sta andando meglio del sistema bancario tradizionale. In questo momento di crisi, c’è una forte richiesta di una maggiore attenzione a quelli che sono appunto valori differenti da quelli che sono unicamente votati alla massimizzazione del profitto; una richiesta di trasparenza e, appunto, noi con i nostri piccoli risparmi e i nostri pochi soldi - sommati per tutti i cittadini e per tutte le persone - possiamo veramente fare la differenza nel momento in cui decidiamo di utilizzare questi soldi in una direzione invece di un’altra, e di affidarli ad un intermediario ad una banca o un gestore finanziario, piuttosto che ad un altro, avendo in qualche modo sia il diritto sia il dovere di sapere come vengono impiegati e che utilizzo ne viene fatto.

D. – Questa campagna non è solo esplicativa didattica, ma in qualche modo coinvolge anche i singoli cittadini ...

R. – Sì, assolutamente. Noi chiediamo una partecipazione attiva dei cittadini, detta molto semplicemente: se io chiedessi a qualcuno per strada di prestarmi 100€ per andarmeli a giocare al casinò, probabilmente nessuno me li darebbe; non si capisce allora perché, nel momento che sono i miei soldi che vengono impiegati in banca o in un gestore da qualche parte, è come se non mi interessasse più di che fine fanno questi soldi. Abbiamo appunto sia il diritto che il dovere di chiedere la massima trasparenza alle banche, ed oggi – grazie anche a Banca Etica – possiamo scegliere un utilizzo dei risparmi che garantisce questa trasparenza e l’utilizzo che ne viene fatto.

D. – Quanto è responsabile il mondo finanziario, internazionale dell’attuale crisi economica reale?

R. – Le responsabilità sono enormi - lo abbiamo visto nel 2007/2008 con l’esplosione della crisi dei "Subprime" negli Stati Uniti e che poi ha contagiato l’intero pianeta – oggi purtroppo quasi nulla è cambiato. Le banche continuano a speculare, addirittura sul cibo e sul prezzo dell’energia, anche sui bisogni più essenziali delle persone e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Lo vediamo in Grecia ed in diversi Paesi europei, e purtroppo lo vediamo anche in Italia dove ci vengono imposti piani di austerità, tagli alla spesa pubblica, tagli alle pensioni, tagli all’istruzione e via discorrendo, in qualche modo per cercare di riparare ai danni che ha provocato questa finanza senza regole. (cp)









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