2012-03-18 09:33:44

Le Misericordie approvano il nuovo Statuto. Mons. Agostinelli: sono un diamante del volontariato cristiano


Una giornata storica per le Misericordie che puntano su decentramento e autonomia per aiutare i malati e servire il prossimo. Ieri l’approvazione del nuovo statuto (340 gli aventi diritto al voto registrati. 330 i favorevoli, 2 i contrari, 2 gli astenuti, 6 irreperibili al momento della votazione) non senza scontri e promesse di battaglie legali da parte di una minoranza chiassosa. Su tutto però è prevalso lo sguardo al futuro. Mons. Franco Agostinelli vescovo di Grosseto e Correttore Nazionale (la guida spirituale) delle Misericordie d’Italia:

“Mi veniva in mente il nostro motto: “Che Dio ve ne renda merito”. Voglio essere veramente speranzoso che le cose vadano avanti nel migliore dei modi. Rimaniamo fermi a quello che è il nostro spirito, la sostanza delle cose, cioè i malati, i poveri, i bisognosi, la gente. Non dimentichiamo mai questo, il resto è secondario. Buon cammino, buona continuità, buon ritorno a casa e arrivederci!”

Oltre 800 le misericordie chiamate a Calenzano, vicino Firenze, per guardare al futuro continuando ad aiutare l’altro testimoniando Cristo. Gli aderenti alla forma di volontariato più antica del mondo (nata nel 1244 ed oggi operante in Italia e all’estero assicurando assistenza medica e sociale, fino al servizio di protezione civile) hanno ricevuto, ieri mattina, un riconoscimento ufficiale della Regione Toscana per il tempestivo intervento nella tragedia, il 13 gennaio scorso, del naufragio della Costa Concordia davanti l’Isola del Giglio.

Semplificazione operativa, decentramento, formazione permanente, autonomia sono i cardini del nuovo statuto. Una vera rivoluzione per le Misericordie che da otto secoli assistono, in maniera del tutto gratuita, chi bisognoso, portando Cristo nel cuore. Il nuovo documento prende atto di una società in veloce cambiamento e anche per questo ribadisce la necessità di una continua formazione pastorale. In due giorni di lavori, le Misericordie si sono confrontate per arrivare "ad un grande risultato" ribadisce il presidente della Confederazione Nazionale delle Misericordie d'Italia Roberto Trucchi:

“E’ un grande momento, una grande soddisfazione, è il lavoro di anni coronato, è veramente una cosa grande. Io credo che da qui le Misericordie possono ripartire, ritrovata l’unità perduta, e possono essere nuovamente un segno importante nella società italiana”.

Centrale l'apporto dell’avv. Mauro Giovannelli che ha presieduto la commissione di studio per il nuovo statuto:

R. – Le novità fondamentali sono autonomia e decentramento e un’altra, significativa, la confederazione come momento di rappresentanza generale degli associati e non come un sistema operativo, che spetta invece alle singole Misericordie.

Decisiva anche una forte accentuazione dell’ispirazione cristiana del movimento, perché la storia della Misericordia, ormai plurisecolare, documenta la presenza attiva dei cattolici nella vita sociale delle comunità, dal Medioevo in avanti. Questo andava riaffermato in modo forte e credo che la nuova elaborazione esalti questo particolare momento. Il punto critico era il problema dei rapporti fra le singole associazioni, che operano nel territorio, e i momenti aggregativi locali, regionali e centrali. Abbiamo cercato di risolverlo con un criterio basato sul principio dell’autonomia e della libera partecipazione, convinti che sull’espressione forte della volontà associativa di fare un movimento unico stia anche la forza dell’unità della Confederazione.

D. – Nei primi articoli, e anche più avanti, è riportata la necessità della formazione cristiana, che dunque diventa parte integrante del regolamento...

R. – Mi sembra fondamentale. Dobbiamo continuare a operare nei servizi sociali, sanitari dell’immigrazione, dei nuovi bisogni, ma dobbiamo accentuare il momento formativo, perché solo la presenza di un volontariato fortemente ispirato dalla vocazione cristiana differenzia il volontariato cristiano dall’altro volontariato. Altrimenti, ci confondiamo con forze, pur valide e alle volte anche fortemente motivate, perché un conto è la solidarietà e un conto è la carità. E debbo dire che in questo momento difficile, che il movimento sta cercando di superare – e che auspico, dopo l’approvazione del nuovo Statuto supererà – va grande merito all’attuale cardinale, arcivescovo di Firenze, presidente anche della Conferenza episcopale toscana, dell’episcopato toscano, e anche della Misericordia di Firenze, che ha dimostrato un attaccamento ai principi suoi ispiratori. Lei pensi che fu costituita prima della nascita di Dante Alighieri. Quindi, un’istituzione che ha una validità, una storia importante. Hanno dato un segnale di unità autentica, di unità fondata sull’ispirazione cristiana, sulla carità cristiana, sulla comprensione reciproca. Ecco perché sono ottimista e spero che il momento difficile che stiamo attraversando possa essere superato.

D. – L’Italia vive un momento di crisi, come pure l’Europa e il mondo. Fino a poco tempo fa, si parlava anche di crisi della politica, dei valori. In certo modo, le Misericordie vanno in un senso del tutto opposto: sono un tessuto vivo che parte dal basso, dimostrazione un’Italia buona, vera...

R. – Sì, io sono molto convinto di questo. La forza, la presenza del volontariato di ispirazione cristiana nei servizi, nell’attenzione agli altri, nell’individuare nuovi bisogni, fa vedere proprio che questa società vitale, questi mondi vitali sono veramente non in crisi, ma sono la forza che si oppone alla società che si relativizza, che si disgrega, ma che però sente anche il bisogno della solidarietà, della carità, dell’attenzione. La Misericordia può dare questo segnale e può essere un esempio. (ap)

Un percorso di unità che passa anche attraverso il riavvicinamento della “Venerabile Arciconfraternita di Misericordia di Firenze” uscita dalla Confederazione Nazionale quattro anni fa, ma che ora (dopo l'approvazione il 21 novembre scorso dello stesso statuto votato dall’Assemblea Nazionale) di fatto si riunisce nel cammino verso il bisognoso. Andrea Ceccherini Provveditore Arciconfraternita di Misericordia di Firenze:

R. – Quattro anni fa, prendemmo questa dolorosa decisione: di uscire dalla Confederazione nazionale, di cui siamo stati anche dei fondatori. Tutto questo lo facemmo non per fare qualcosa contro la confederazione, ma per fare qualcosa per la confederazione. Volevamo dare un contributo ancora più forte. Questi quattro anni sono passati, ma comunque c’è sempre stato un contatto, un confronto e oggi possiamo dire di essere arrivati alla fine di un percorso condiviso. Colgo anch’io – come diceva il pres. Trucchi – questa grande opportunità di poter vedere riunito tutto il movimento, perché dove ci sono divisioni non ci può essere né amore né pace. Invece, noi abbiamo bisogno soltanto di essere associazioni che, in pace, possono guardare alle persone che stanno male, che soffrono e – come i nostri padri fondatori – onorano Dio attraverso opere di misericordia.

D. – Qual è la sfida principale che lei vede per questo nuovo anno?

R. – Noi veniamo da un anno difficile. Il 2011 è stato un anno difficile, il 2012 sicuramente lo sarà ancora di più perché ci sono nuove emergenze e nuovi bisogni. Noi ci stiamo accorgendo che siamo l’altra faccia della medaglia: più crisi c’è fuori nel mondo, più le persone si rivolgono a noi, e noi dobbiamo dare delle risposte certe e per darle dobbiamo essere credibili. Questa è la grande sfida per questo anno: essere credibili, dare risposte certe e quindi non possiamo essere disuniti, ma dobbiamo essere un corpo unico. Come disse Giovanni Paolo II: “Siate i fautori della civiltà dell’amore”, ecco, questa credo che sia la nostra maggiore sfida. (cp)


Tanti i volti delle misericordie (800mila i confratelli) che ogni giorno muovono ambulanze, aiutano un anziano o un disabile, intervengono in zone disastrate. Essendo tessuto vivo in nome di Cristo.

Ugo Bellini Consigliere di presidenza della Confederazione con delega sulla protezione civile e Governatore della Misericordia di San Giovanni la Punta, Catania.
“Le realtà sono veramente diverse, anche se apparteniamo alla stessa famiglia. Le Misericordie in Sicilia sono grandi punti di aggregazione dei giovani, dove però c’è la testimonianza. Io sono entrato a 15 anni. Quando abbiamo aperto la Misericordia eravamo un gruppo che faceva palla a mano. Durante il terremoto in Irpinia siamo andati a consegnare aiuti umanitari e abbiamo conosciuto il Movimento. La nostra realtà è una delle prime che è nata. In Sicilia le Misericordie, non avendo contributi, vivono con le libere offerte. La popolazione ci è molto vicina. Penso ai miei ragazzi che anche ora staranno lavorando anche al restauro di una vecchissima roulotte che ci hanno regalato. Andiamo avanti proprio perché molte cose ce le facciamo da noi: abbiamo tanti amici, abbiamo l’elettrauto, il meccanico e così andiamo avanti!”

Leonardo Sacco Governatore della Misericordia dell’isola di Capo Rizzuto, Crotone.“La Misericordia rappresenta un punto fondamentale per il territorio perché gestiamo il centro di accoglienza più grande d’Europa per gli immigrati. Si tratta di un Cara, un centro di accoglienza per richiedenti asilo, dove oggi ci sono 1350 ospiti. Lo facciamo da diversi anni. Abbiamo diverse attività di volontariato, ci occupiamo della gestione di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata e di altre iniziative sociali. La Misericordia, oltre ad avere i suoi 500 volontari in un territorio di 15 mila abitanti, per tutti i servizi, ha potuto anche creare lavoro legale, offrendo lavoro ai giovani di quel territorio - dove manca il lavoro - 350 posti di lavoro”.

Gianni Vanni Consigliere nazionale di presidenza della Confederazione e presidente nel Lazio“A Roma ci sono sei Misericordie si offre dalla formazione fino al servizio col 118. Non esistono due Misericordie della stessa grandezza e dello stesso impegno. Per esempio, nel viterbese, molte Misericordie si trovano in paesi di 2500 abitanti dove l’impegno più che alla convenzione col 118, all’emergenza, è finalizzato all’assistenza diretta agli anziani e ai bisognosi. In Toscana dove c’è una forte presenza regionale della federazione toscana è più facile. Da noi, pur essendoci la conferenza regionale del Lazio, le Misericordie sono un po’ scollegate, bisognerebbe collaborare di più”.

Maria Petrà del Consiglio di presidenza della Confederazione Nazionale, Governatore della Misericordia di Prato e presidente della sezione femminile.“Siamo di origine lauretana, nasciamo nel 1588 da 30 pellegrini che andarono a Loreto. Come tutte le Misericordie ci occupiamo del rapporto sanitario con le Asl però operiamo anche molto nel sociale. Siamo 28 sezioni, una delle misericordie più grandi d’Italia. In particolare, siamo proiettate verso le povertà emergenti. Abbiamo ottimi rapporti con tutte le istituzioni. Onestamente siamo soddisfatti delle nostre realtà”.



Israel De Vito Consigliere nazionale delle misericordie per l’Emilia Romagna, Governatore della Misericordia di Valle del Savio (Forlì Cesena).
“Quest’anno festeggio 20 anni di Misericordia e per me è un grande traguardo. Ho iniziato a 15 anni nella Misericordia di Avellino. Poi mi sono trasferito per lavoro e per esigenze personali a Cesena e ho sentito la necessità di creare una nuova Misericordia, per dare le possibilità alle mie figlie di crescere con gli stessi valori che la Misericordia ha dato a me. Definisco il nostro lavoro come la “manovalanza della parola di Dio”: mettiamo in atto ciò che Dio ci dice delle opere di misericordia, corporali e spirituali, e le mettiamo materialmente in atto sul campo”



Assunta Magnani che nella Misericordia di Piacenza si occupa del gruppo dell’accoglienza.“La Misericordia a Piacenza è una realtà nuova, c’è solo da sei anni. E’ nata perché molti volontari che operavano nelle altre associazioni non approvavano il modo di agire di queste strutture, mancava qualcosa. Poi siamo venuti a conoscenza della realtà delle Misericordie, abbiamo avuto come tutor la Misericordia del Lido di Camaiore e siamo partiti. Noi dobbiamo dare l’impulso in più, quell’impulso che ci viene dalla carità del Vangelo.












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