Giappone: lettera dei vescovi sulla Quaresima e Fukushima
Lasciare da parte i beni materiali e concentrarsi sulla preghiera e sulla carità come
vie che avvicinano a Dio: questo il centro della lettera che il presidente della Conferenza
episcopale giapponese, mons. Leone Jun Ikenaga, ha scritto ai cattolici nipponici
per la Quaresima e in coincidenza con l’anniversario del terribile incidente nella
centrale nucleare di Fukushima. “La Quaresima – scrive il vescovo, le cui parole sono
riportate da AsiaNews - è da sempre un periodo in cui la Chiesa invita i fedeli ad
approfondire la vita di fede personale attraverso la preghiera, i fioretti, la pratica
dell’astinenza e di atti di carità”. La preghiera, innanzitutto, include la meditazione
e la richiesta allo Spirito Santo di essere illuminati lungo il proprio cammino: mons.
Ikenaga cita in proposito la definizione di preghiera che dà San Tommaso d’Aquino:
“Se ti rivolgi a Dio, continua a pregare e insieme a lavorare con il cuore, con la
lingua e con le azioni. In questo modo, coloro che rivolgono la loro intera vita a
Dio, pregano tutto il tempo”. Anche l’astinenza – aggiunge – è molto utile per porre
un freno alla tendenza umana a essere affetti da desideri, che di per sé non sono
un male se mantenuti moderati e bilanciati. Il vescovo incoraggia, dunque, a vivere
lo spirito di povertà e a ricercare una spiritualità più profonda, in modo da affrancarsi
dalla dipendenza delle cose materiali, tra le quali, cita l’energia atomica. Soltanto
così l’uomo potrà tornare a far trionfare l’amore, il primo comandamento di Cristo
e fonte di ogni virtù, come definiva la carità San Paolo nella prima lettera ai Corinzi.
(R.B.)