Misericordie verso l’approvazione dello Statuto. Mons. Agostinelli: un diamante del
volontariato cristiano
“Una giornata storica per le Misericordie atto fondativo di una delle punte di
diamante del volontariato cristiano”. Così, in sintesi, mons. Franco Agostinelli,
vescovo di Grosseto e Correttore Nazionale (la guida spirituale) delle Misericordie
D’Italia, che ha portato il saluto e l’invito all’unità dei vescovi italiani ai lavori
per l’approvazione del nuovo statuto. Oltre 800 le misericordie chiamate a Calenzano,
vicino Firenze, per guardare al futuro continuando ad aiutare l’altro testimoniando
Cristo. Gli aderenti alla forma di volontariato più antica del mondo (nata nel 1244
ed oggi operante in Italia e all’estero assicurando assistenza medica e sociale, fino
al servizio di protezione civile) hanno ricevuto, questa mattina, un riconoscimento
ufficiale della Regione Toscana per il tempestivo intervento nella tragedia, il 13
gennaio scorso, del naufragio della Costa Concordia davanti l’Isola del Giglio.
Semplificazione
operativa, decentramento, autonomia sono i cardini del nuovo statuto, che oggi
pomeriggio sarà formalmente approvato, salvo colpi di scena. Una vera rivoluzione
per le Misericordie che da otto secoli assistono, in maniera del tutto gratuita, chi
bisognoso portando Cristo nel cuore. Il nuovo documento prende atto di una società
in veloce cambiamento e per questo ribadisce anche la necessità di una continua formazione
pastorale. In due giorni di lavori, le Misericordie si sono confrontate, non senza
momenti di grande tensione per superare i particolarismi. Lo stesso mons.Agostinelli
ha richiamato alla responsabilità per non tradire quell’appartenenza che le Misericordie
testimoniano ogni giorno.
L’avv. Mauro Giovannelli che ha presieduto
la commissione di studio per il nuovo statuto:
R. – Le novità
fondamentali sono autonomia e decentramento e un’altra, significativa, la confederazione
come momento di rappresentanza generale degli associati e non come un sistema operativo,
che spetta invece alle singole Misericordie. Mi consenta anche di dire una forte accentuazione
dell’ispirazione cristiana del movimento, perché la storia della Misericordia, ormai
plurisecolare, documenta la presenza attiva dei cattolici nella vita sociale delle
comunità, dal Medioevo in avanti. Questo andava riaffermato in modo forte e credo
che la nuova elaborazione esalti questo particolare momento. Il punto critico era
il problema dei rapporti fra le singole associazioni, che operano nel territorio,
e i momenti aggregativi locali, regionali e centrali. Abbiamo cercato di risolverlo
con un criterio basato sul principio dell’autonomia e della libera partecipazione,
convinti che sull’espressione forte della volontà associativa di fare un movimento
unico stia anche la forza dell’unità della Confederazione.
D. – Nei primi articoli,
e anche più avanti, è riportata la necessità della formazione cristiana, che dunque
diventa parte integrante del regolamento...
R. – Mi sembra fondamentale. Dobbiamo
continuare a operare nei servizi sociali, sanitari dell’immigrazione, dei nuovi bisogni,
ma dobbiamo accentuare il momento formativo, perché solo la presenza di un volontariato
fortemente ispirato dalla vocazione cristiana differenzia il volontariato cristiano
dall’altro volontariato. Altrimenti, ci confondiamo con forze, pur valide e alle volte
anche fortemente motivate, perché un conto è la solidarietà e un conto è la carità.
E debbo dire che in questo momento difficile, che il movimento sta cercando di superare
– e che auspico, dopo l’approvazione del nuovo Statuto supererà – va grande merito
all’attuale cardinale, arcivescovo di Firenze, presidente anche della Conferenza episcopale
toscana, dell’episcopato toscano, e anche della Misericordia di Firenze, che ha dimostrato
un attaccamento ai principi suoi ispiratori. Lei pensi che fu costituita prima della
nascita di Dante Alighieri. Quindi, un’istituzione che ha una validità, una storia
importante. Hanno dato un segnale di unità autentica, di unità fondata sull’ispirazione
cristiana, sulla carità cristiana, sulla comprensione reciproca. Ecco perché sono
ottimista e spero che il momento difficile che stiamo attraversando possa essere superato.
D.
– L’Italia vive un momento di crisi, come pure l’Europa e il mondo. Fino a poco tempo
fa, si parlava anche di crisi della politica, dei valori. In certo modo, le Misericordie
vanno in un senso del tutto opposto: sono un tessuto vivo che parte dal basso, dimostrazione
un’Italia buona, vera...
R. – Sì, io sono molto convinto di questo. La forza,
la presenza del volontariato di ispirazione cristiana nei servizi, nell’attenzione
agli altri, nell’individuare nuovi bisogni, fa vedere proprio che questa società vitale,
questi mondi vitali sono veramente non in crisi, ma sono la forza della società che
si relativizza, che si disgrega, ma che però sente anche il bisogno della solidarietà,
della carità, dell’attenzione. La Misericordia può dare questo segnale.
D.
– E può essere un esempio...
R. – E può essere un esempio. (ap)
Un
percorso di unità che passa anche attraverso il riavvicinamento della “Venerabile
Arciconfraternita di Misericordia di Firenze” uscita dalla Confederazione Nazionale
quattro anni fa e che ora, dopo aver approvato, il 21 novembre scorso, lo stesso statuto
che l’assemblea qui dibatte oggi, aspetta di potersi riunire nel cammino verso il
bisognoso. Andrea Ceccherini Provveditore Arciconfraternita di Misericordia
di Firenze:
R. – Quattro
anni fa, prendemmo questa dolorosa decisione: di uscire dalla Confederazione nazionale,
di cui siamo stati anche dei fondatori. Tutto questo lo facemmo non per fare qualcosa
contro la confederazione, ma per fare qualcosa per la confederazione.
Volevamo dare un contributo ancora più forte. Questi quattro anni sono passati, ma
comunque c’è sempre stato un contatto, un confronto e oggi possiamo dire di essere
arrivati alla fine di un percorso condiviso. Colgo anch’io – come diceva il pres.
Trucchi – questa grande opportunità di poter vedere riunito tutto il movimento, perché
dove ci sono divisioni non ci può essere né amore né pace. Invece, noi abbiamo bisogno
soltanto di essere associazioni che, in pace, possono guardare alle persone che stanno
male, che soffrono e – come i nostri padri fondatori – onorano Dio attraverso opere
di misericordia.
D. – Anche mons. Agostinelli ha ribadito l’importanza all’unità.
Oggi l’assemblea si confronterà per il nuovo statuto, che di fatto – in sostanza e
contenuto - voi avete già approvato a novembre…
R. – Questo statuto è il frutto
del lavoro di una commissione formata dai rappresentanti della confederazione nazionale,
presieduta dall’avvocato Mauro Giovannelli - nominato da S. E. Card. Betori - e ad
un nostro rappresentante. E’ stato un confronto lungo - a volte anche acceso - ma
diciamo che questo documento rappresenta qualcosa di molto importante, vuol dire voltare
pagina e poter quindi vedere tutto il movimento unificato. Noi abbiamo già preso la
nostra decisione: se l’assemblea delle Misericordie voterà – come ci auguriamo – questo
documento, noi siamo pronti, già da lunedì, a rientrare in confederazione.
D.
– Qual è la sfida principale che lei vede per questo nuovo anno?
R. – Noi veniamo
da un anno difficile. Il 2011 è stato un anno difficile, il 2012 sicuramente lo sarà
ancora di più perché – come diceva il pres. Trucchi – ci sono nuove emergenze e nuovi
bisogni. Noi ci stiamo accorgendo che siamo l’altra faccia della medaglia: più crisi
c’è fuori nel mondo, più le persone si rivolgono a noi, e noi dobbiamo dare delle
risposte certe e per darle dobbiamo essere credibili. Questa è la grande sfida per
questo anno: essere credibili, dare risposte certe e quindi non possiamo essere disuniti,
ma dobbiamo essere un corpo unico. Come disse Giovanni Paolo II: “Siate i fautori
della civiltà dell’amore”, ecco, questa credo che sia la nostra maggiore sfida. (cp)
Dunque
l’attesa è tutta proiettata a questo pomeriggio quando, dopo la presentazione degli
articoli, ci sarà la votazione che determinerà il futuro delle Misericordie d’Italia.