I premi Weca per i migliori siti cattolici. Intervista con Giovanni Silvestri
Nell’arcipelago dei 15 mila siti cattolici italiani, i migliori sono stati premiati
ieri a Roma dall’Associazione dei Webmaster cattolici italiani (Weca), in occasione
del Laboratorio "Giovani, web ed educazione alla fede", promosso dal Servizio nazionale
per la Pastorale giovanile della Cei. Per la categoria "Siti personali" il sito vincitore
è www.cyberteologia.it di padre Antonio Spadaro, direttore di "Civiltà Cattolica".
Menzione speciale a www.ricercatoridisperanza.it, curato da due studenti. Fra i "Siti
parrocchiali" italiani, poi, si è distinto il portale www.chiesacormons.it di quatttro
parrocchie del friulano. Degli obiettivi del premio, Fausta Speranza ha parlato
con Giovanni Silvestri, presidente di Weca:
R. – La modalità
del concorso ci è sembrata una modalità simpatica e anche “light” per stimolare la
qualità della presenza in rete da parte delle realtà cattoliche. La risposta ci ha
molto incoraggiato e confortato.
D. – Spesso, si ricorda che il 70% di quello
che c’è su Internet è pornografia. Ma c’è anche tanto altro…
R. – Proprio perché
la preoccupazione di Weca è quella di una qualità della sostanza della comunicazione
in rete, richiamando l’attenzione su chi ha vinto un concorso, io che sono un webmaster
poco attrezzato, poco competente di un sito parrocchiale, posso farmi un’idea di come
posso far crescere il mio sito parrocchiale.
D. – Che cosa emerge di questa
realtà dei webmaster cattolici italiani? Una presenza molto diversificata, che va
dalle parrocchie ad alcune associazioni?
R. – Sì. La presenza è molto diversificata.
Le parrocchie, le associazioni, anche gli organi religiosi sono molto presenti. Poi
ci sono anche molti siti personali: sono volontari, persone che svolgono anche a titolo
personale un servizio molto prezioso per la comunità ecclesiale e che portano avanti
siti che svolgono un grande servizio. Per quanto riguarda i siti personali, però,
noi ci teniamo che comunque, anche se portati avanti da singole persone, abbiano in
qualche modo un collegamento alla Chiesa locale: alla parrocchia o alla diocesi. Volevo
evidenziare anche, però, che la presenza nel web, attraverso i siti, sempre più si
arricchisce della presenza nei social network. Ormai, possiamo dire che oltre la metà
dei siti web cattolici hanno una forma di presenza anche nei social network, in particolare
Facebook ma non solo.
D. – Il web è la nuova frontiera della missione della
Chiesa?
R. – Sì. Io rimango positivamente sorpreso anche da come – quando partecipo
a incontri in cui si affronta in generale il tema della comunicazione attraverso la
stampa, la televisione e la radio – inevitabilmente e fatalmente in quelle riunioni
si finisca per parlare del web: uno scenario ricco di potenzialità e di opportunità
anche per l’educazione, l’educazione alla fede. (gf)