Anche il Fondo contro le barriere architettoniche alla Maratona di Roma
Avrà luogo domani, 18 marzo, la 18.ma edizione della Maratona di Roma. Il Fiaba, Fondo
italiano abbattimento barriere architettoniche, ha aderito per la prima volta alla
"Roma Fun", la corsa cittadina non competitiva di 4 km legata alla Maratona di Roma
e alla quale tutti possono partecipare senza limiti di età. L'appuntamento è fissato
per le 9.15, in zona Colosseo. Giuseppe Trieste, presidente di Fiaba, parla
della onlus e della partecipazione alla maratonina. L’intervista è di Eliana Astorri:
R. – “Fiaba”
nasce nel 2000 per creare una cultura dell’accessibilità globale per tutte le persone.
Tutti abbiamo ostacoli quotidiani che dobbiamo superare: possono essere ostacoli fisici
o psichici, come salire su un treno o su un autobus, abitare al primo o al secondo
piano senza ascensore, andare in un ufficio e trovare una rampa di scale o semplicemente
voler entrare in un negozio per fare shopping o prendere un caffè al bar e trovare
sempre quell’uno, due tre, gradini che creano difficoltà agli anziani, alle mamme
con il passeggino, alle persone con disabilità. E la lista sarebbe ancora lunga. Dobbiamo
pensare che, nel terzo millennio, vogliamo un ambiente dove, sempre e comunque, possiamo
muoverci e partecipare. Un esempio lampante – per altri motivi, ma è comunque un ottimo
modello per chi progetta e ostruisce, soprattutto gli amministratori comunali – è
quello dei centri commerciali. Se noi ci rechiamo in un centro commerciale non troviamo
nemmeno un centimetro di gradino, se andiamo in aeroporto non troviamo un centimetro
di gradino. Perché? Perché ci sono migliaia e milioni di persone che entrano ed escono
con le valigie con le ruote e, nei centri commerciali, con il carrello della spesa.
D.
– In generale, le strutture che permettono l’accessibilità sono aumentate?
R.
– Non molto. In realtà noi, come “Fiaba”, poniamo una grande attenzione sul nuovo
che si realizza: il grosso problema è che, da vent’anni, abbiamo una legge per l’abbattimento
delle barriere architettoniche, ma non costruiamo il nuovo senza barriere. In realtà,
dovremmo fare una legge che obblighi al 100 per cento, e con delle penali, chi costruisce
una nuova struttura ad avere un’accessibilità globale. E se così non è, non dev’essere
concessa l’autorizzazione a esercitare o ad abitare o ad usufruire della nuova struttura.
Solo questo renderebbe la vita dei cittadini più confortevole e si scoprirebbe che
l’accessibilità globale è un grande vantaggio per tutti. Così, le vecchie strutture
verrebbero rimodernate e adeguate alle nuove dotate di accessibilità globale.
D.
– Parliamo della Maratona. La novità, quest’anno, è l’adesione ai quattro chilometri...
R.
– Per noi sì, perché sono convinto che i messaggi culturali ed eticamente sociali,
laddove c’è una grande comunità, vengano dimenticati: noi tutti ci dimentichiamo quello
che è il nostro ruolo della società, ma dovremmo sentirci una grande famiglia. Ecco,
lo sport, la maratona, il luogo dove andiamo per farci una passeggiata – vediamo le
persone passeggiare con il cane, l’anziano, il bambino nel passeggino – è un momento
di aggregazione di cui abbiamo grande bisogno. C’è la possibilità di partecipare tutti
insieme e di poter godere questo momento di gioia. Auguriamoci che il tempo ci assista,
che ci sia una bella giornata primaverile, a Roma, per consentire a tutti noi di stare
insieme. Invito tutti a diventare messaggeri di “Fiaba” e a segnalarci le barriere
architettoniche di cui si è a conoscenza, magari nel condominio, in ufficio, nei luoghi
che frequentano quotidianamente per fare i propri acquisti. Tutti insieme possiamo
far sì che le barriere architettoniche spariscano e ci sia l’accessibilità globale,
in modo che tutte le persone possano, finalmente, partecipare sempre e comunque, al
di là della diversità di ognuno di noi. (vv)