"Benedetto XVI ispira i nuovi movimenti e realtà ecclesiali": il nuovo libro del cardinale
Cordes
“Benedetto XVI ispira i nuovi movimenti e le realtà ecclesiali”: è il titolo del libro
del cardinale Paul Josef Cordes, presidente emerito del Pontificio Consiglio Cor unum,
edito dalla Libreria Editrice Vaticana. Il testo propone un esame del pensiero di
Benedetto XVI sui movimenti e affronta diversi temi: dal loro ruolo missionario al
loro essere in comunione con il Papa e l’Episcopato locale; dalla Nuova Evangelizzazione
al contributo nelle Giornate mondiali della Gioventù. Debora Donnini ha chiesto
al cardinale Paul Josef Cordes perché abbia scritto questo libro:
R. – La prima
richiesta veniva dai curatori dell’edizione tedesca dell'Opera Omnia di Joseph
Ratzinger che mi hanno chiesto di commentare quello che il Papa ha pubblicato sui
nuovi movimenti e sulle nuove realtà ecclesiali. Dietro a questo c’è la lunghissima
esperienza che ho fatto al Pontificio Consiglio per i Laici: per questo sono stato
contentissimo di poter fare questo studio, perché questo mi consentiva – in questo
senso – anche di fare un po’ il bilancio del mio lavoro di 15 anni al Pontificio Consiglio,
dove questi movimenti sono stati riconosciuti e dove abbiamo lavorato tanto tempo
insieme agli iniziatori degli stessi.
D. – In una lettera in occasione del
suo 75.mo compleanno, il Papa sottolinea che lei ha percepito subito quello che di
nuovo si manifestava nei movimenti, cioè “la forza dello Spirito Santo che dona nuove
vie, e in modi imprevisti sempre di nuovo ringiovanisce la Chiesa”. Quindi il Papa
cosa ha visto nei nuovi movimenti e nelle nuove realtà ecclesiali?
R. – Sono
stato molto sorpreso quando ho rivisto tutti i suoi scritti: mi sembra che già nel
1973 lui parlasse di queste nuove iniziative. Nel contesto storico parla di San Francesco
d’Assisi che ha voluto rinnovare la Chiesa iniziando un movimento e spingendo se stesso
e tanti altri ad approfondire la fede e ad andare nel mondo per proclamare Gesù Cristo.
E il Papa paragona questo esempio di San Francesco con delle nuove iniziative, e sempre
più approfondisce l’idea che la Chiesa ha bisogno di nuove iniziative, di persone
che parlano di Gesù Cristo perché lo vivono e perché sono entusiasti di Gesù Cristo.
Così il Papa, già quando era ancora arcivescovo di Monaco, aveva contatti con i Neocatecumenali,
e anche dopo ha sempre approfondito queste spinte. Era molto vicino, ad esempio, anche
a don Giussani, il fondatore di Comunione e Liberazione: quindi non è un teorico che
riflette seduto alla scrivania ma osserva la realtà della Chiesa e spinge queste nuove
iniziative in favore della missione ecclesiale.
D. – Una parola-chiave del
libro che lei ha scritto è: rinnovamento della Chiesa …
R. – La Chiesa ha conosciuto,
durante tutta la sua storia, persone e iniziative che volevano rinnovare la Chiesa,
cioè iniziative per creare nuove Congregazioni religiose. Abbiamo appena parlato di
San Francesco, ma si potrebbe parlare allo stesso modo di San Benedetto, di Sant’Ignazio,
di San Giovanni Bosco … E possiamo anche paragonare tutte queste iniziative dei santi
con iniziative che sono nate dopo il Concilio Vaticano II, cioè i movimenti e le nuove
realtà: il Rinnovamento carismatico, il Movimento dei Focolari, Schönstatt … Sono
tante iniziative che sono nate e che vogliono prima approfondire la fede delle persone
e, quindi, diventare missionarie.
D. – Nel libro lei ricorda l’importanza del
Sinodo dei Vescovi sui Laici, del 1987, e la successiva Esortazione apostolica post-sinodale
“Christifideles laici”, nella quale si constata che queste comunità hanno una convergenza
nella finalità che le anima: partecipare alla missione della Chiesa e portare il Vangelo.
Quale ruolo hanno, dunque, i movimenti ecclesiali e le nuove comunità nella Nuova
Evangelizzazione?
R. – La questione non è tanto che cosa dobbiamo fare, quanto
chi lo fa; e io vedo in questi movimenti gli “attori” e, in base alla mia esperienza,
queste persone hanno un grande zelo interiore per proclamare la Parola, per contattare
gli altri.
D. – Secondo lei, anche Benedetto XVI vede nei movimenti e nelle
nuove realtà ecclesiali una risorsa per portare avanti la nuova evangelizzazione?
Confida in loro?
R. – Assolutamente e si vede anche: riceve i rappresentanti
di queste nuove realtà, li incontra nelle udienze e quando, qui a Roma, visita le
parrocchie, trova gruppi di questi movimenti. Non solo, di fatto, apprezza e protegge
queste nuove realtà ma scrive anche su questo. E così si vede che egli ripone grande
speranza in questo. Si sa bene che le nuove idee e le nuove iniziative trovano sempre
una certa resistenza da parte della struttura, ma anche questo rientra negli eventi
storici: Francesco non è stato abbracciato, anzi, lo hanno perseguitato; Sant’Ignazio
è stato perseguitato quando iniziò la nuova evangelizzazione – se così possiamo chiamarla
– in Spagna. Quelli che vogliono fare del nuovo, non sono sempre lodati. Adesso sono
stati elevati agli onori degli altari, come santi; ma all’inizio non era così! (gf)