2012-03-15 14:24:30

La Palestina vuole la Basilica della Natività patrimonio dell’Unesco: perplessità dei cristiani


L’Autorità palestinese si appresta a presentare all’Unesco un elenco di venti siti di rilevanza storica ed archeologica perché siano riconosciuti patrimonio dell’umanità. La Palestina è infatti entrata ufficialmente l’8 marzo nell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l‘educazione, la scienza e la cultura. La lista dovrebbe contenere, secondo quanto riferisce il Patriarcato latino di Gerusalemme, siti quali la chiesa della Natività di Betlemme, Hebron, le grotte di Qumran e le zone costiere di Gaza. L’elenco verrà valutato dall’Unesco nel prossimo giugno, a San Pietroburgo. La speranza palestinese di vedere riconosciuta la chiesa della Natività di Betlemme come patrimonio dell’Umanità, trova però “perplessi” la Custodia di Terra Santa, il Patriarcato greco e quello armeno, che gestiscono la basilica, che, afferma all'agenzia Sir il Custode, “esprimono perplessità su questa richiesta. “Non abbiamo nessun problema per il riconoscimento della città di Betlemme come Patrimonio Unesco” – ha chiarito all’agenzia Sir il Custode padre Pierbattista Pizzaballa confermando quanto già detto all’indomani del riconoscimento palestinese all’Unesco - ma “non siamo invece molto entusiasti per ciò che riguarda la Natività”. “Si tratta di un’iniziativa che ci complica la gestione – ha spiegato il Custode di Terra Santa - perché secondo le norme dell’Unesco il responsabile della gestione dei luoghi, davanti all’agenzia Onu, è il Governo e non il proprietario del sito”. Per questo “come Custodia, Patriarcato greco e armeno – ha riferito padre Pizzaballa - abbiamo ufficialmente chiesto all’Autorità palestinese di fare richiesta solo per la città lasciando fuori la basilica, da inserire eventualmente in un secondo momento, quando la situazione, anche politica, sarà più calma”. Il timore di padre Pizzaballa, infatti, è che “i luoghi santi vengano usati a fini politici. Non vogliamo essere strumentalizzati – ha sottolineato - per questioni nelle quali i luoghi santi non devono entrare”. Il Custode ha quindi annunciato un incontro nei prossimi giorni con i rappresentanti armeni ed ortodossi “per redigere un testo comune ufficiale”. (R.G.)







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